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 SERVIZIO CIVILE: volontariato o lavoro mal retribuito???

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MessaggioTitolo: SERVIZIO CIVILE: volontariato o lavoro mal retribuito???   SERVIZIO CIVILE: volontariato o lavoro mal retribuito??? EmptyLun Mag 25, 2009 6:56 pm

Da FREE PRESS - BLOG


Citazione :
Servizio civile: 30000 volontari in Italia e troppe zone d'ombra
IL CONFINE AMBIGUO TRA VOLONTARIATO E LAVORO MAL RETRIBUITO

C'è una frontiera invisibile. E' una cordicella sospesa nel vuoto, sulla quale quotidianamente si muovono in equilibrio precario migliaia di giovani. E' un confine labile, separa situazioni tanto vicine quanto antipodiche: da un lato il precariato, l'instabilità, la mancanza di prospettive, lo sfruttamento; dall'altro l'arricchimento professionale e umano, la flessibilità, l'opportunità di aiutare il prossimo. Varcata questa frontiera, il volontariato si trasforma in lavoro e il lavoro in sfruttamento. Attualmente, in Italia, per 30000 ragazzi e ragazze di età compresa fra i 18 e i 28 anni, questo confine si chiama Servizio Civile. Dal 2001, con l'abolizione della leva obbligatoria, è diventato volontario."Una scelta che cambia la vita", recita lo slogan ufficiale. Servizio civile significa, istituzionalmente, "difesa della patria con mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale". 3700 enti sul territorio nazionale ospitano i volontari, facendosi carico delle loro aspettative, speranze e inclinazioni. La procedura è semplice: un ente, ossia le amministrazioni pubbliche, le associazioni non governative (ONG) e le associazioni no profit che operano negli ambiti specificati dalla Legge 6 marzo 2001 n° 64, decide di stilare un progetto, in modo da poter ospitare al proprio interno personale giovane e motivato. Tale progetto passa al vaglio dell'Ufficio Nazionale. Una volta appurato che l'ente possiede i requisiti appropriati, esso deve sottoscrivere una Carta di Impegno Etico, mediante la quale s'impegna, fra le altre cose, "a far si che tale proposta avvenga in modo non equivoco, dichiarando al giovane cosa si propone di fare". Riconoscono inoltre "il diritto dei volontari di essere impiegati per le finalità del progetto e non per esclusivo beneficio dell'ente".La sottoscrizione di tali norme è condizione vincolante affinchè un ente possa essere accreditato per ospitare un progetto di Servizio Civile. Il progetto approvato viene reso pubblico mediante un apposito bando. Ad un ragazzo a questo punto non resta che prenderne visione e decidere di partecipare al bando per il progetto che ritiene più incline alle proprie aspirazioni. I ragazzi selezionati diventeno volontari, ed è a questo punto che cominciano a muoversi sul confine, troppo spesso senza rendersene conto. Volontariato dicevamo, ma atipico, in quanto rigido poichè regolamentato da un vero e proprio contratto. Un volontariato con orari prestabiliti (1400 ore annue), con "ferie" (poche) e monte massimo di giorni di malattia. In più, una sorta di stipendio di 433,80 euro. Ad ora sarebbero 3,71 euro, cioè lavoro mal retribuito ai limiti dello sfruttamento. Ma non è così, perchè l'espressione esatta è "rimborso spese", non stipendio: trattandosi di volontariato non può esserci una retribuzione. Le parole hanno un peso specifico sempre maggiore rispetto alla sostanza. Eppure fino a pochi mesi fa ai volontari venivano versati i contributi pensionistici, come se il loro fosse un lavoro vero e proprio. Ora non più, motivi di bilancio statale in tempi di crisi. A pensar male, si potrebbe supporre che questo "rimborso spese" diventi uno specchietto per le allodole, capace di attrarre dei giovani desiderosi di entrare per vie traverse nell'inaccessibile mondo del lavoro. Gli enti ne trarrebbero il vantaggio di avere personale praticamente gratis (paga lo stato). A pensar male, ma non solo. Basta leggere ciò che scrivono alcuni volontari sul forum del Servizio Civile: "Non ce la faccio più questo non è servizio civile è sfruttamento delle risorse (...) il vero progetto ha ben poco a che vedere con il mio servizio, o forse è meglio dire lavoro". Questo è il parere di Vincenzo, volontario in un ente perugino: "trovrandosi in una situazione di precariato, 433 euro possono far comodo ai ragazzi e gli enti giocano su questo fatto, cercando di far si che quest'attività di volontariato diventi lavoro a tutti gli effetti per loro. Invece allo stesso tempo i ragazzi si vedono negate tutti i diritti che dovrebbe avere un'attività lavorativa". C'è però grande difficoltà a denunciare situazioni di questo tipo, e molto spesso scarsa consapevolezza da parte dei volontari, i quali frequentemente si ritrovano nella condizione di tappare i buchi presenti in un dato ente e non a svolgere un autentico progetto di Servizio Civile.


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