ONU: sì a No-Fly Zone in Libia
Esplosioni a Bengasi. Gheddafi: "La riprenderemo"
Al Palazzo di Vetro 10 sì, nessun contrario, 5 astenuti per la
risoluzione che prevede il blocco spazio aereo e "misure per proteggere
civili". La Francia chiede azioni immediate. Inizio di battaglia nella
città degli insorti TRIPOLI - L'Onu ha approvato l'intervento in Libia per
difendere i civili. Si istituisce quindi la "no fly zone" - il blocco
dello spazio aereo - e tutte le misure necessarie a difendere i civili.
Lo ha fatto con 10 voti favorevoli, nessun contrario e 5 astenuti. Una
decisione che ha scatenato il tripudio tra la folla a Bengasi, la città
ancora sotto il controllo dei ribelli che Gheddafi ha ripetutamente
minacciato nelle scorse ore, promettendo di prenderla nella notte e di
non riservarle alcuna pietà. E proprio da Bengasi, a tarda sera, si
racconta di esplosioni che a seguito delle quali è entrata in azione
anche la contraerea.
Le forze fedeli a Gheddafi puntano a Misurata. E' il giorno della
"battaglia decisiva" per riprendersi la terza città del paese , come
annunciato ieri da Gheddafi, e sottrarla ai ribelli. Anzi, la tv di
Stato ha annunciato che in realtà sarebbe già tornata nelle mani
dell'esercito ma gli insorti smentiscono. Prosegue anche la marcia verso
Bengasi: l'esercito sarebbe a 160 chilometri dalla città, e intanto
l'aeroporto di Benina è stato oggetto di alcuni aerei, anche se gli
insorti annunciano di aver abbattuto due velivoli mitari. Gheddafi
annuncia alla radio: "Stanotte attacco finale".
DOSSIER - TWITTER - MAPPA Onu, nuova bozza di risoluzione. La nuova risoluzione
approvata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu prevede "tutte le misure
necessarie" per proteggere i civili in Libia, tranne l'occupazione. Ora
potrebbe essere effettuato un intervento militare a cui parteciperebbero
"Francia, Gran Bretagna, forse gli Usa e uno o più Stati arabi". E'
questa la richiesta francese, ma smentita da fonti Nato: "Non è
pensabile un intervento della Nato senza una riunione del Consiglio
atlantico" che dovrebbe tenersi domani alla luce della risoluzione Onu,
hanno detto fonti dell'Alleanza all'agenzia Agi a Bruxelles. La
condizione, come più volte ribadito anche dal segretario generale
Rasmussen, è che la risoluzione Onu dia espressamente mandato alla Nato
di intervenire e che, inoltre, vi sia il supporto dei Paesi limitrofi.
L'amministrazione Obama auspica che il Consiglio di sicurezza autorizzi
un'ampia gamma di interventi militari contro le forze del colonnello,
sostenendo che la sola no fly zone sarebbe "insufficiente". Ma la
Germania insiste nel proporre - come ha ribadito il ministro degli
Esteri, Guido Westerwelle - un ulteriore inasprimento delle sanzioni,
per prevenire l'arrivo di tutti i mezzi finanziari al regime, ribadendo
la propria opposizione a un intervento militare. Intanto la Lega Araba
ha confermato che Paesi arabi - probabilmente Emirati arabi e Qatar -
parteciperanno militarmente per imporre una no fly zone sulla Libia, se
questa verrà approvata dal Consiglio di Sicurezza. L'Egitto: "Noi non ci
saremo".
Russia, Italia, Cina frenano. "Quale saranno i meccanismi
di controllo di tal decisione, chi la metterà in pratica e in quali
forme? tutto ciò non è stato chiarito", ha chiesto il portavoce del
ministero degli Esteri russo, Alexandre Lukachevitch, a poche ore dal
voto sulla bozza di risoluzione. Sia la Russia che la Cina - entrambi
membri permanenti del consiglio e quindi con diritto di veto - si sono
mostrate fino ad ora opposte o scettiche riguardo a un eventuale ricorso
alla forza. Sulla stessa linea, l'Italia che con Frattini - oggi a
Sarajevo - ribadisce la necessità di un cessate il fuoco immediato come
precondizione a ogni intervento.
Minacce di ritorsione. Un'eventuale decisione di intervento
militare da parte della comunità internazionale incontrerebbe
naturalmente la reazione del regime di Gheddafi. L'ha esplicitato il
ministro della Difesa di Tripoli, minacciando di colpire obiettivi
civili e militari aerei e navali nel Mediterraneo in caso di azione
armata contro la LIbia. "Ogni operazione militare contro la Libia
esporrà un rischio tutto il traffico aereo e marittimo del
Mediterraneo", ha affermato il ministero delle Difesa. "Qualsiasi
obiettivo civile e militare sarà colpito", ha aggiunto il ministero.
Attacco finale a Bengasi. Muhammar Gheddafi ha parlato alla
radio, rivolgendosi alla popolazione di Bengasi e avvertendo che
l'attacco finale contro la roccaforte ribelle "avverrà questa notte".
"Stiamo venendo a prendervi, non ci sarà pietà". Il rais ha anche
imposto al suo esercito di "non sparare su chiunque abbandoni le armi
stasera". L'attacco è proseguito per tutta la giornata. "Le forze di
Gheddafi bombardano Bengasi ma non riescono ad avanzare verso il centro
della città via terra": lo ha riferito Ibrahim Al Agha, membro del
Consiglio dei rivoltosi. "Li stiamo aspettando e non molliamo - aggiunge
- stiamo cercando con tutti i mezzi a nostra disposizioni di impedire
il sorvolo basso dei bombardieri". Al Agha invitato a diffidare dei
proclami della propaganda del regime: "Non vi meravigliate di sentire
fra poco che le truppe del Colonnello hanno occupato Parigi e Londra,
questi sono professionisti della menzogna". Secondo fonti concordanti,
due aerei sarebbero stati abbattuti dagli insorti nel tentativo di
respingere l'offensiva delle forze governative nei pressi di Bengasi.
"Qui la situazione è calma, l'esercito ha tentato di effettuare un raid
sulla città ma la difesa antiaerea ha respinto l'offensiva e ha fatto
cadere due velivoli", ha detto all'agenzia di stampa France Press un
portavoce degli insorti. La circostanza sarebbe confermata anche da un
portavoce militare del Consiglio nazionale di transizione.
Il raìs vuole Misurata. Già ieri la città è stata teatro di
scontri violenti tra forze governative e insorti. Fonti mediche hanno
riferito all'emittente Al Jazeera che il bilancio è di un centinaio di
morti; ottanta sarebbero miliziani pro-Gheddafi. Il colonnello ieri si
era detto convinto che la città sarebbe tornata oggi sotto il controllo
dell'esercito. Annunciando che la battaglia sarebbe andata avanti oggi:
"Prendete le armi e partecipate - ha detto, rivolgendosi ai giovani
della città - perché Misurata non può essere lasciata in mano a un
manipolo di folli". Secondo la televisione di Stato libica, le forze
fedeli al raìs avrebbero già riconquistato Misurata. E sarebbero adesso
impegnate a "sterilizzarla, ripulendola dalle bande terroristiche". Ma
alcuni residenti smentiscono.
Combattimenti ad Ajdabiya, decine di vittime. Da ore i
quartieri residenziali di Ajdabiyah, a circa 150 chilometri da Bengasi,
sono sottoposti a pesanti e continui bombardamenti aerei da parte delle
truppe fedeli a Gheddafi. Ed è di almeno trenta morti, tra cui donne e
bambini, il bilancio degli scontri delle scorse ore tra esercito e
insorti. La città, l'ultima prima di Bengasi, è accerchiata dalla forze
di Tripoli che avrebbero già ripreso il controllo del porto di Zuetina,
località poco più a nord.
Fonte: Repubblica 17/3/2011