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 IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday]

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MessaggioTitolo: IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday]   IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday] EmptyVen Gen 30, 2009 4:31 pm

IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday]

A trentasette anni di distanza da quella maledetta domenica di sangue irlandese, inseriamo l'articolo uscito l'anno scorso sul Numero 0, Anno 0 di Controvento - Periodico interno d'informazione dell'Associazione Culturale Tyr Perugia -.

Il 30 gennaio 1972 un plotone di paracadutisti inglesi del primo reggimento spara su una folla di pacifici manifestanti a Derry: sono 13 i morti e molti i feriti di quella domenica di sangue. La manifestazione fu indetta per protestare contro la sostanziale mancanza di diritti civili, causata anche da pesantissime norme di polizia, come la reclusione preventiva senza termini temporali per il processo per chi era sospettato di essere un militante repubblicano.
Ogni anno questa data viene ricordata a Derry con una marcia di commemorazione alla quale, oltre a migliaia di irlandesi, partecipano rappresentanze da varie nazioni europee e da tutto il mondo. La strage, che viene ricordata come “Bloody Sunday”, non ha avuto colpevoli ufficiali, poiché fu premiata la tesi secondo la quale i militari avrebbero risposto al “fuoco dei dimostranti”, ma è invece acclarato che questi ultimi non erano armati. Ancora una volta nella travagliata storia Irlandese ci si trovò di fronte ad una distorsione della realtà, atta a nascondere le tragiche responsabilità del paese di sua maestà durante l'occupazione irlandese. Lo stesso paese che è a tutt'oggi “esportatore di democrazia” alla ruota dei loro degni cugini d'oltreoceano.
La tragedia del “Bloody Sunday”, segnò un ulteriore punto di svolta nella tragica storia della questione irlandese, consegnò infatti molti giovani patrioti repubblicani ad una scelta drammatica quanto inevitabile: rispondere con le armi, come i loro padri prima di loro, a chi, con le armi, negava loro la libertà e cercava lo sradicamento dell'identità del loro popolo.

Trentasei anni fa morirono tredici innocenti e non furono né le prime né le ultime vittime dell'oppressione di sua maestà a spese del popolo irlandese, un popolo fiero, che con sangue e sudore lotta da decenni per la libertà nella propria terra, per le proprie tradizioni e per la propria cultura.

Di tempo ne è passato; oggi la situazione nell’Irlanda del Nord è apparentemente normalizzata. Dopo più di trentotto anni di occupazione militare, il 31 luglio 2007 è stato formalizzato il ritiro delle truppe militari britanniche nelle sei contee (Aontroim, Ard Mhacha, An Dún, Fear Manach, Tír Eoghain, Doire) ingiustamente occupate.

Ora, a seguito delle elezioni svoltesi l’8 marzo 2007, a Belfast si è instaurato un nuovo governo di coalizione, composto dagli ex-rivali Ian Paisley (Democratic Unionist Party, protestante), e Martin Mc Guinness (Sinn Fein, “Solo noi” in gaelico, cattolico ed ex-militante dell’ Irish Republican Army).
Ma, chi minimamente conosce la situazione NordIrlandese, sa bene che è una pacificazione di facciata, realizzata all'insegna di un falso e ipocrita buonismo foraggiato e incoraggiato da chi preme solo per il mantenimento dello status quo, alla faccia di chi, in anni di dura lotta, è passato attraverso ingiustizie sociali, repressione poliziesca, ingiusti processi e carcerazioni, fino al sacrificio della Vita.

Ma nelle Sei Contee e in tutta l'Irlanda c’è ancora chi brandisce con orgoglio il vessillo della propria identià, in fede a quello che da sempre fu il motto dell’ I.R.A, Tiochfaidh àr là, (in gaelico, il nostro giorno verrà!). E' il popolo irlandese, quello vero, quello puro, quello ribelle, che con una tenacia d’altri tempi ancora lotta per la propria terra, per la propria gente e per la propria autodeterminazione; quello che non si è scordato di chi, con il sangue, ha lottato per vedere l’isola verde una e unita, senza padroni stranieri: coloro che non hanno mai dimenticato il fulgido esempio di Bobby Sands, che dichiarò, poco prima della morte dopo 61 giorni di sciopero della fame nella prigione di Long Kesh: “Non mi è difficile morire, perché morirò per i miei amici”.

Fiduciosi che ancora oggi questi valori siano vivi e radicati, non possiamo che rimanere al loro fianco.


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MessaggioTitolo: Re: IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday]   IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday] EmptyVen Feb 27, 2009 12:56 pm

via i fascisti dal forum!
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MessaggioTitolo: Re: IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday]   IRLANDA UNA E LIBERA [In ricordo delle vittime del Bloody Sunday] EmptyDom Mar 08, 2009 9:17 pm

Roma, 8 mar. (Adnkronos/Ign) - Una base dell'esercito britannico in Irlanda del Nord è stata attaccata ieri sera da alcuni sconosciuti a colpi di arma da fuoco. Il bilancio è di due soldati uccisi e di quattro feriti gravi (due militari e due civili)

Un portavoce del ministero della Difesa, citato dalla Bbc, ha riferito che l'assalto è avvenuto da un automezzo in corsa davanti alla base di Massereene, nella contea di Antrim, che ospita il 38/mo reggimento del Genio.

"Nessun assassino potrà impedire il processo di pace che gli abitanti dell'Irlanda del Nord appoggiano" ha detto il premier britannico, Gordon Brown, condannando l'attacco "codardo", ed ha annunciato che il governo britannico aumenterà i suoi sforzi per garantire una pace duratura. "Posso assicurare che queste persone dovranno rispondere delle loro azioni" ha poi concluso.

Peter Robinson, primo ministro dell'Irlanda del Nord, ha rinviato la partenza per gli Stati Uniti dopo l'attacco. Ancora non vi sono state rivendicazioni per l'attentato, il primo che ha provocato morti dalla firma degli accordi di pace nel 1998.

Secondo le ricostruzioni un gruppo di armati ha attaccato i militari dopo essersi avvicinati all'edificio a bordo di un pulmino di un servizio di consegna di pizze a domicilio. Robinson ha definito l'attacco "un terribile ricordo del passato", riferendosi alle oltre 3mila vittime del conflitto tra nazionalisti cattolici e lealisti protestanti che ha insanguinato l'Ulster dagli anni '60 fino appunto alla firma, 11 anni fa, del Good Friday Agreement.

Mentre l'ultimo soldato britannico, prima dell'attacco di ieri, era stato ucciso in Ulster nel 1997. Negli ultimi mesi, comunque, il capo della polizia dell'Irlanda del Nord, Sir Hugh Orde, aveva lanciato l'allarme riguardo a una ripresa di attività di contrasto alla pace da parte di gruppi di dissidenti repubblicani.
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