Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.


 
IndiceIndice  Ultime immaginiUltime immagini  CercaCerca  RegistratiRegistrati  AccediAccedi  

 

 IN NOME DEL PAPA RE

Andare in basso 
AutoreMessaggio
Pierto Castellini
Fagiano di primo pelo
Fagiano di primo pelo



Messaggi : 2
Data di iscrizione : 14.06.08

IN NOME DEL PAPA RE Empty
MessaggioTitolo: IN NOME DEL PAPA RE   IN NOME DEL PAPA RE EmptySab Giu 14, 2008 1:54 am

PERUGIA XX GIUGNO 1859

Un XX giugno diverso ma nella continuità storica:
fuori il Vaticano dalle nostre vite!

Perché abbiamo scelto come nome per il nostro comitato quello di PietroCastellini , anonimo martire, fulgido eroe, pessimo tiratore, incauto soggetto della città di Perugia?
Perché il Castellini, rappresenta l'anima popolare della ribellione perugina.
Mentre le celebrazioni ufficiali incensano i vari capi di quella rivolta, che all'approssimarsi delle truppe pontificie fuggirono verso l'allora da poco e per poco indipendente Toscana, i popolani di Perugia, armati di 70 fucili contro oltre 2000 avversari, affrontarono il 20 giugno 1859 il 1^ reggimento di fanteria "esteri" rinforzato da artiglieria, guarda di finanza e gendarmeria pontificia.
Pietro Castellini, quale delle versioni sulla sua morte sia quella vera, in ogni caso rappresenta, incarna, l'anima popolare di quella rivolta.
Un altro elemento che ci discosta dalle celebrazioni ufficiali è la presenza di un picchetto dell'esercito italiano: l'esercito italiano deriva storicamente da quello piemontese, il quale per strategie attendiste si guardò bene dall'intervenire in soccorso della città di Perugia.
In un periodo di imbarbarimento televisivo fascistizzante, in cui la politica e sempre più prona all'influenza vaticana, noi cittadini laici oltre a rivendicare la nostra identità, teniamo ad affermare l'idea di una società liberata dalle influenze di qualsiasi religione.

Per INFORMAZIONI STORICHE sul martire Castellini:
pietrocastellini.oziosi.org

SCRIVI A PIETRO CASTELLINI: pietrocastellini@oziosi.org





PROGRAMMA

XX giugno 2008
IN NOME DEL PAPA RE
Programma per le celebrazioni di Pietro Castellini e di tutte le vittime della barbarie pontificia.

Ore 14:30 PONTE S. GIOVANNI
via PONTEVECCHIO (nei pressi della rotonda):
brindisi alla memoria del fulgido eroe nell'ora della sua morte.

Ore 17 PERUGIA
GIARDINI DEL FRONTONE:
Incontro laico nei luoghi degli scontri.
DIBATTITO:
“Di fronte al prostrarsi dei politici di tutte le tendenze di fronte al Vaticano, quali possibilità e modalità di azione comune tra laici di diversi orientamenti?”

Ore 20 circa PERUGIA
GIARDINI DEL FRONTONE
incontro e brindisi con i partecipanti della “Camminata Storica” organizzata dalla rivista
“Tramontana”, onorando la memoria di Pietro Castellini e di tutti i partecipanti all’insurrezione.

Comitato Pietro Castellini FieraMenteAnticlericali

[img][/img]http://pietrocastellini.oziosi.org
Torna in alto Andare in basso
Pierto Castellini
Fagiano di primo pelo
Fagiano di primo pelo



Messaggi : 2
Data di iscrizione : 14.06.08

IN NOME DEL PAPA RE Empty
MessaggioTitolo: PERCHE' UN ALTRO XX GIUGNO?   IN NOME DEL PAPA RE EmptySab Giu 14, 2008 1:55 am

Nella ricorrenza delle tragiche giornate che videro la città di Perugia teatro di uno dei più atroci eccidi perpetrati dalle truppe dello Stato Pontificio contro una popolazione civile insorta nel nome della libertà, Nell’anniversario del ritiro dell’esercito tedesco occupante da Perugia, c’è bisogno di un XX giugno diverso da quello ufficiale?
Perché abbiamo scelto come nome per il nostro comitato quello di Pietro Castellini , anonimo martire, fulgido eroe, pessimo tiratore, incauto soggetto della città di Perugia?
Il Castellini rappresenta l'anima popolare della ribellione perugina: mentre le celebrazioni ufficiali celebrano i vari capi di quella rivolta che all'approssimasi delle truppe pontificie fuggirono verso l'allora indipendente da poco e per poco Toscana, popolani quasi disarmati affrontarono il 20 giugno 1859 il 1^ reggimento di fanteria "esteri" rinforzato da artiglieria, guardia di finanza e gendarmeria pontificia comandato dal Colonnello Schmidt.
Una cosa che ci discosta dalle celebrazioni ufficiali è la presenza di un picchetto dell'esercito italiano: l'esercito italiano deriva da quello piemontese il quale si guardò bene dall'intervenire in soccorso della città di Perugia.
Per questo pensiamo di celebrare in modo diverso da quello ufficiale il XX giugno
Cosa dovrebbe significare il XX Giugno? Solamente un qualunquistico e scontato discorso recitato come l'Ave Maria come lo è ora? No, nient'affatto.
Per capirlo bisogna ripercorre le tappe di quelle due date, soprattutto la prima, la tragica caduta del governo provvisorio il XX Giugno 1859, e capire il popolo di Perugia chi era, come si muoveva e soprattutto a cosa aspirava in quei tumultuosi anni.
Nella seconda metà dell'800 Perugia arde come tutte le città della penisola. Nel Nord l'esercito regolare del regno di Piemonte con l'appoggio dei Francesi e delle Forze Liberali, Socialiste, Repubblicane, Garibaldine e Mazziniane delle terre irredente, liberavano il Lombardo-Veneto, Ma a che prezzo! Infatti l’appoggio francese era stato ottenuto solo grazie a una vera e propria spartizione dell’Italia: Si era previsto un regno dell’Italia del Nord retto dai Savoia, uno Stato della Chiesa, ridimensionato a favore del regno del Regno del nord ma protetto dalle truppe francesi, e un regno del sud, governato da un nipote del generale napoleonico Gioacchino Murat, vassallo dell’imperatore dei francesi Napoleone III.
Ma il Sud attendeva ansioso lo sbarco di Garibaldi con i Mille per porre fine alla egemonia Borbonica, auspicando l'inizio di una nuova era che non prevedeva, però, il potere dei Savoia, testimoni i moti dei briganti di fine '800 in tutto il Mezzogiorno. Nello stesso tempo Perugia, piegata dal giogo del Pontefice, dopo secoli di oppressione viveva una fase movimentata: i nobili, il ceto medio e la media borghesia liberale aderì compatta al vento Cavouriano che soffiava da Nord, si organizzò nella Massoneria, che allora il potere lo combatteva anziché costruirlo; poi c'era il vento che soffiava dal basso: le classi umili, il popolo, le prime idee socialiste che si univano col pensiero Repubblicano, Garibaldino o Mazziniano, il mito della Repubblica Romana, coloro che credevano in un futuro diverso per la città, idealisti, patrioti, libertari. Sopraffatti dal secolare giogo del Pontefice i due venti agirono insieme, il 14 Giugno 1859 guidati da Francesco Guardabassi arrivarono compatti dove 400 anni prima un rappresentante del Pontefice prese il posto dei Priori, e costrinsero il delegato Pontificio a restituire i poteri alla città.
Guardabassi con altri esponenti del movimento liberale formarono il Governo Provvisorio, in attesa delle truppe Piemontesi che sarebbero dovute arrivare per contrastare una eventuale reazione del Papa. Le truppe Piemontesi non arrivarono, la reazione del Pontefice sì. Infatti Cavour decise di non inviare rinforzi a Perugia per non rovinare i rapporti con la Francia di Napoleone III, garante del Papa. Solo il Governo Provvisorio di Toscana inviò ai Perugini 400 fucili per integrare l'armamentario cittadino finora composto da archibugi da caccia.
Alle ore 14,30 del XX Giugno 1859 gli Svizzeri percorsero la disabitata Ponte San Giovanni: i pochi contadini e residenti erano fuggiti nelle campagne e nella macchia per evitare l'ira dei mercenari. Proprio a Ponte San Giovanni cominciò però la Resistenza Perugina e le stragi dei soldati di Pio IX. Un'unica casa era rimasta abitata in borgo, quella di un possedente, Angeletti, con la famiglia sua e del suo cantiniere, Pietro Castellini, un giovane padre 20enne. Egli, in un attimo di fiero orgoglio, animato dal desiderio di giustizia, non esitò a fare fuoco dalla finestra dove stava, senza centrare alcuno. Fu immediatamente colpito dai colpi degli Svizzeri e cadde esanime, lacerato dai colpi dei mercenari: il primo insorto perugino era caduto. Gli si gettò al collo la moglie con la figlioletta neonata; si compì allora una delle maggiori efferatezze dei soldati del Pontefice, i quali bloccarono la donna, le strapparono di petto l'innocente creatura e la lanciarono sul letto del Tevere che scorreva a pochi passi. La donna e l'Angeletti furono arrestati e portati via. Tra il silenzio mortale le truppe ripresero la marcia verso Perugia.
Abbandonati dai Savoia gli insorti Perugini, un migliaio in tutto, tentarono la strenua difesa prima dalle mura del Frontone, poi da Porta San Pietro, fino ai vicoli dell'attuale Corso Cavour, dove ripresero gli eccidi degli Svizzeri. La Resistenza Perugina si trasformò in una vera persecuzione casa per casa. Le dimore venivano incendiate e distrutte, le donne violentate, gli uomini torturati. Mentre la città veniva saccheggiata e gli insorti che avevano creduto in Cavour cadevano sotto i colpi degli uomini di Schmidt, i capi del Governo Provvisorio scappavano verso la Toscana. I mercenari del Pontefice arrivarono casa per casa fino a Piazza Maggiore, dove restituirono il controllo della città al Papa Pio IX. Quest'ultimo, beatificato da Giovanni Paolo II nel 2000, espresse il suo compiacimento al Colonnello Schmidt promovendolo Generale di Brigata. Il giorno dopo a Perugia era tornato tutto come 10 giorni prima : i mercenari svizzeri, ubriachi, davano fastidio alle giovani donne, umiliavano gli uomini, picchiavano chiunque non portasse loro rispetto.
Napoleone III comprese dalla fiera insorgenza perugina che il suo progetto di egemonia in Italia era impossibile e firmò separatamente dal re di Sardegna Vittorio Emanuel 2^ la pace con L’imperatore austriaco Francesco Giuseppe a Villafranca.
Pietro Castellini, viene descritto come un ragazzo semplice, un ventenne amante dei piaceri della vita, dedito al suo lavoro di cantiniere come amorevole nella vita di tutti i giorni con la giovane moglie e con la neonata figliola. Il suo peccato mortale fu il suo amore per la giustizia e la libertà, il non poter sopportare ancora le angherie clericali come nei suoi 20 anni passati nella povera Ponte San Giovanni. Morì per il suo slancio ideale, per la passione per la sua gente, per il suo odio nei confronti di chi umiliava il suo popolo. Ecco perché abbiamo deciso di dare il suo nome a questo comitato e di partecipare in modo autonomo alla celebrazione di chi decise il XX Giugno del 1859 e poi il XX Giugno del 1944 di mettere a rischio la propria vita per la nostra libertà, imbracciando un fucile e combattendo chi umiliava le nostre terre. Ricorderemo anche che il XX Giugno 1859 morirono in tanti per mano dei mercenari Svizzeri, colpevole però sempre e comunque il tradimento di Cavour e dei Savoia nei confronti del Popolo Perugino che aveva riposto in loro la propria speranza di libertà.

Il Comitato Pietro Castellini nasce in memoria e in continuità con le fiere tradizioni anticlericali, socialiste e federaliste del risorgimento perugino/italiano:
• All’insegna del recupero e della difesa della memoria storica cittadina, contro il trasversale e dilagante revisionismo storico volto ad occultare, sminuire e ridimensionare la portata reale dei tragici eventi del Giugno 1859 col fine di devitalizzarne il significato, scagionarne mandanti ed esecutori e cancellarne la memoria delle vittime;
• In difesa del libero pensiero e della libertà di coscienza, contro l’oscurantismo religioso;
• A favore dell’autodeterminazione individuale e sociale, contro le sistematiche ingerenze di tutte le istituzioni religiose nella vita politica, culturale e morale della collettività;
• In difesa di un’esistenza vitale e terrena, per una sessualità come piacere, contro l’inganno di tutte le dottrine religiose che al fine di manipolare e sottomettere ogni passione umana, hanno fatto della morale della rinuncia, del sacrificio, dell’alienazione da sé l’unico modello da seguire;
• Contro un pensiero dominante che nei secoli ha fatto della sessualità femminile una realtà di cui vergognarsi, da reprimere e da cancellare arrivando al paradosso del concepimento senza peccato;
• Per rilanciare i valori dell’uguaglianza e della libertà, contro Papi, Mullah e Rabbini che, oggi come ieri, nel nome del loro unico dio, non esitano a benedire nuove guerre di civiltà, a scomunicare i nuovi eretici e a perseguitare con rinnovati anatemi chi non si uniforma alla loro unica Morale.
- Oggi -
Ad un secolo e mezzo da quelle storiche giornate di ribellione:
• Consapevoli che senza memoria del passato non c’è futuro possibile, abbiamo deciso di riscattare dalle ormai sterili e vuote cerimonie istituzionali il vivo ricordo di quegli uomini e quelle donne che con il prezzo della loro vita riconsegnarono alla città, anche se soltanto per pochi giorni, la libertà dalla tirannia pontificia;
• Consapevoli della secolare continuità storica e ideologica che lega le Sante Crociate alle nuove guerre di civiltà, le inquisizioni e i roghi di un tempo alle nuove discriminazioni contro tutte le minoranze, le parole di “carità” di Pio IX e di Pio XII al falso umanitarismo ipocrita ed interclassista di Wojtyla e Ratzinger:

-Rilanciamo l’attualità e la stringente necessità di una rinnovata e critica e pratica anticlericale che sappia tornare ad essere uno strumento di riscatto ed emancipazione dall’oppressione religiosa per arrestare il nuovo MedioEvo che avanza.
Torna in alto Andare in basso
 
IN NOME DEL PAPA RE
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» in Nome del mio Dio , soffri in silenzio

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
 :: Generale :: Perugia-
Vai verso: