Referendum 2009

Cosa prevedono i 3 quesiti referendari

Sono 3 i quesiti referendari ai quali dovranno rispondere i cittadini, proposti su moduli verdi, bianchi e rossi.

Il primo e il secondo quesito prevedono premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento.
Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Il premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. È attribuito alla "singola lista" o alla "coalizione di liste" che ottiene il maggior numero di voti. Il primo e il secondo quesito - che valgono, rispettivamente, per la Camera dei Deputati (scheda verde) e per il Senato (scheda bianca) si propongono l'abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.

In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Un secondo effetto del referendum è che abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento: per ottenere rappresentanza parlamentare le liste devono raggiungere un consenso del 4% alla Camera e 8% al Senato. Dunque la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio. Le liste minori devono superare lo sbarramento.

Il terzo quesito riguarda l'abrogazione delle candidature plurime in più di una circoscrizione per uno stesso candidato.
L'eletto in più circoscrizioni con l'attuale legge decide il destino di tutti gli altri candidati, la cui elezione dipende dal fatto che, scegliendo uno dei seggi che ha conquistato, lascia liberi gli altri. Attualmente circa un terzo dei parlamentari sono stati eletti in questo modo. Per spiegare l'attuale meccanismo se il candidato X eletto in più liste sceglie per sé il seggio "A" favorisce l'elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione "B"; se sceglie il seggio "B" favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione "A". Con l'approvazione del terzo quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.
(N.Co.)
11 aprile 2009

Fonte: Il Sole 24 Ore




Fonte: Il Messaggero

Na bella croce su tutta la scheda e amen.

Nykos ha scritto:

Na bella croce su tutta la scheda e amen.

Anche se sono propenso a votare si per il solo 3° quesito sulle candidature multiple
e rifiutare di prendere le altre 2 schede,
penso che alla fine non andrò per nulla a votare,
perchè intervenire così su una legge elettorale "porcata" sarebbe solo un peggioramento,
il miglioramento potrebbe venire solo da una riforma fatta collegialmente in Parlamento equilibrando tutti i dettagli.

Ad esempio il premio di maggioranza del 55% al partito che prende più voti (e non alla coalizione di partiti)
è gravissimo per tanti motivi:

- non prevede nemmeno una soglia minima al di sotto del quale non assegnarlo (prevista persino nella Legge Ambro, 25%)

- e così comporterebbe il rischio che un partito, con il solo 20% dei voti, potrebbe prendere il 55% dei seggi in Parlamento
e prendersi così tutto il Governo, eleggersi qualsiasi Presidente della Repubblica, membri del CSM, delle Authority, garanti vari
e addirittura poter riscrivere ed approvare una nuova Costituzione senza il dialogo con le altre parti politiche.


PS il 1° grafico postato qua sopra è sballato:
è quello che succede quando la direzione di un prestigioso giornale d'informazione viene affidato ad un incompetente.

Di seguito quello corretto:

Ok mi correggo, una bella croce su tutte e 3 le schede + un disegnino a caso giusto per compensare gli spazi vuoti !

Inutile perchè comunque la legge elettorale dovrebbe tornare in parlamento pericolosissimo se passasse il sì.

Novalium ha scritto:

Inutile perchè comunque la legge elettorale dovrebbe tornare in parlamento
pericolosissimo se passasse il sì.

Concordo:
per tante buone ragioni sarà meglio che questa volta la maggioranza non vada nemmeno a votare.