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 Morire per vivere. [Birmania]

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MessaggioTitolo: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyLun Giu 30, 2008 10:49 pm

Morire per vivere. [Birmania] Attacco%2030%20giugno%202008

Alle prime luci del mattino un gruppo di miliziani del DKBA (Democratic Karen Buddhist Army), la formazione che tradendo la sua stessa gente collabora con il regime di occupazione birmano, ha attaccato il villaggio di Boe Way Hta, sede di una delle cliniche della Comunità Solidarista Popoli. L'attacco è stato compiuto penetrando alle spalle del dispositivo difensivo, poiché i miliziani hanno sconfinato in Thailandia per poter sorprendere gli uomini dell􀂶Esercito di Liberazione Karen. Numerosi colpi di mortaio hanno dato inizio alla battaglia, e uno di questi ha provocato la morte di un infermiere e il ferimento di un secondo. L'attacco doveva essere coordinato con un assalto di truppe birmane localizzato in un altro settore delle linee Karen, ma i difensori hanno impedito che i birmani potessero ricongiungersi con i loro alleati, facendo così saltare il piano. Alle 19 di oggi (ora tailandese) i combattimenti si sono arrestati, ma una quindicina di assalitori è rimasta intrappolata all'interno dell'area controllata dalla resistenza Karen. I birmani però non si sono ancora ritirati dall'area, e c'è incertezza sulle loro prossime mosse. Si attendono sviluppi nelle prime ore del nuovo giorno.

Da: www.comunitapopoli.org

Cosa fa Comunità Solidarista Popoli?

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyMar Lug 01, 2008 8:18 pm

ULTIMA ORA: RIPRESI I COMBATTIMENTI

A BOE WAY HTA. I BIRMANI COLPISCONO

LA CLINICA DI POPOLI. CONTRATTACCO

DI NERDAH MYA, MA ARRIVANO NUOVE

TRUPPE A RINFORZO DEGLI

ASSALITORI. SEGUIRA' AGGIORNAMENTO.

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyDom Lug 06, 2008 1:59 pm

APPELLO URGENTE.

Ieri abbiamo dato notizia del successo del contrattacco dell'Esercito di Liberazione Karen contro gli assalitori che avevano cercato di occupare il villaggio di Boe Way Hta, sede di una clinica della Comunità Solidarista Popoli. E oggi siamo già costretti a lanciare un appello per una nuova emergenza, nelle stesse aree, provocata dall'arrivo di ingenti truppe birmane che si concentrano per attaccare nuovamente in forze i villaggi abitati dai Karen. La notizia arriva direttamente dal Colonnello Nerdah Mya, che nei giorni scorsi aveva condotto con successo la difesa di Boe Way Hta, costringendo ieri al ripiegamento le truppe birmane: chiamandoci dalla clinica “Carlo Terracciano”, Nerdah ci ha questa mattina informati dell'arrivo di un nuovo battaglione del 409° Reggimento di fanteria leggera birmano, pronto a sferrare un attacco, non si sa ancora se a Kler Law Seh o di nuovo a Boe Way Hta. Prevedendo una nuova emergenza umanitaria, con gruppi di civili Karen costretti a lasciare la zona dei combattimenti, e con il probabile aumento dei pazienti nelle cliniche interessate dalle operazioni militari, la Comunità Solidarista Popoli chiede ai suoi sostenitori uno sforzo: un bonifico bancario sul conto della Onlus, il cui codice IBAN è il seguente: IT 19 R 05188 11703 000000057192 Oppure un versamento sul conto corrente postale n° 27183326

Chiediamo, a chi ne ha la possibilità, di agire subito, in modo da ridurre al massimo i tempi di attesa per il trasferimento dei fondi a chi ne ha estremo bisogno. I fondi raccolti verranno immediatamente impiegati per tutte le spese relative al funzionamento delle cliniche, al trasporto degli infermieri e dei pazienti lungo il confine, alla loro evacuazione di emergenza e alla riorganizzazione di nuovi presidi di assistenza in caso di danni alle strutture esistenti. La libertà si conquista con il sangue. I Karen lo sanno. Cerchiamo di far loro sentire che condividiamo il loro desiderio di rimanere uomini liberi.

Comunità Solidarista Popoli
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyLun Lug 07, 2008 2:44 pm

Morire per vivere. [Birmania] Cenapopoliqv1
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyDom Lug 20, 2008 11:49 am

INDOVINATE UN PO'?
LA CHEVRON POTRA' CONTINUARE I SUOI AFFARI CON LA GIUNTA BIRMANA. PAROLA DI CONGRESSO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA...

Il Congresso Statunitense ha bocciato all'unanimità il progetto che prevedeva la cessazione dei vantaggi fiscali per la compagnia Chevron, impegnata in un consorzio in Birmania per lo sfruttamento delle risorse energetiche (soprattutto gas naturale) di quel Paese. La Chevron, che gode negli Stati Uniti della esenzione dal pagamento di tasse sugli utili realizzati in Birmania attraverso la sua partecipazione (28%) al consorzio di Yadana (assieme alla francese Total, alla tailandese PTT e alla birmana MOGE), ovviamente festeggia. Allo stesso tempo però il suo Vice Presidente, Peter Robertson, sottolinea come la compagnia abbia aiutato le vittime del ciclone Nargys che ha recentemente colpito il Myanmar. Come dire: è vero che grazie alla nostra attività in Birmania guadagniamo miliardi di dollari, è vero che grazie a noi i Generali di Rangoon ne intascano diverse centinaia di milioni ogni anno, è vero che con quei milioni vengono finanziate le operazioni di pulizia etnica nell'est del paese contro i popoli Karen, Mon, Shan, Chin, Karenni eccetera, però facciamo anche l'elemosina.. I Padri Pellegrini del Congresso devono essersi commossi: la Chevron pagherà le tasse soltanto ai Generali. Non succedesse mai che la compagnia, sentendosi eccessivamente tartassata dal fisco americano, decidesse di abbandonare la Birmania! Una azienda cinese sarebbe infatti pronta a subentrare al colosso statunitense, cosa che Washington non può permettere. Storie, sempre uguali, di mondialismo. Come quella del finto embargo sull'importazione di pietre dalla Birmania, embargo ampiamente pubblicizzato dai media ma altrettanto ampiamente aggirato grazie ai servigi di Cina, Malesia e Singapore, dalle quali i preziosi vengono acquistati e importati negli USA (e crediamo anche in Europa). L'unanime trasversalità del Congresso quando si tratta di far fiorire gli affari (dei poveri petrolieri) e la collaborazione della stampa che diffonde finte notizie di "dure prese di posizione nei confronti della Giunta Birmana" sono toccanti. Affari. Soltanto redditizi, squallidi, apolidi affari sulla pelle dei Popoli. Ricordiamo che per tenere "pulita" la zona del gasdotto di Yadana l'esercito birmano colpisce sistematicamente le zone abitate dai Karen, provocando la fuga di migliaia di civili ogni anno.

Da: www.comunitapopoli.org
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyGio Ago 28, 2008 6:03 pm

E' partita ieri la prima missione de l'Uomo Libero in Birmania.

La missione, coordinata con l'Associazione "Popoli" di Verona, ha lo scopo di verificare e sostenere lo stato dell'avanzamento dei lavori iniziati ad aprile di quest'anno.

Durante i 15 giorni circa di permanenza i volontari de l'Uomo Libero verificheranno e documenteranno infatti la realizzazione e lo stato d'arte della prima fase di “Terra – Identità” che prevede:

v la bonifica, la lavorazione e la semina di un terreno di circa 60 ettari come fonte di sostentamento primaria;

v la costruzione delle abitazioni per le famiglie di profughi Karen, che potranno così lasciare i centri profughi dove sono ora "ospitati" e ricostruirsi una vita;

v la costruzione, infine, di un edificio rurale che fungerà da magazzino e da ricovero per gli attrezzi, oltre che da luogo di ristoro per i contadini.

L'Associazione "Popoli" sarà impegnata invece sul lato della gestione delle cliniche costruite negli scorsi anni e nell'addestramento della popolazione locale.

Da: www.luomolibero.it
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyLun Set 01, 2008 10:12 pm

BOE WAY HTA ANCORA SOTTO BOMBARDAMENTO. MA SI RESISTE.

31 AGOSTO - Resiste la roccaforte Karen di Boe Way Hta, dove da ieri è iniziato un nuovo bombardamento da parte delle truppe birmane. Boe Way Hta era già stata colpita in maniera massiccia alla fine di giugno (in quell'occasione era morto un infermiere di Popoli), e da allora era rimasta stretta in una morsa, con l'esercito birmano e la milizia collaborazionista che ammassavano truppe in attesa della fine della stagione delle piogge, periodo poco propizio alle operazioni. Il 26 luglio vi era stato un nuovo tentativo di sfondamento delle difese Karen, ma la resistenza aveva avuto la meglio. Non era però terminata la manovra birmana. Numerosi nuovi reparti si erano concentrati nei dintorni della località, importantissimo centro della resistenza del popolo Karen. Per tutto il mese di agosto i combattimenti tra KNLA (esercito di liberazione nazionale Karen) e occupanti birmani si erano susseguiti, fino al bombardamento di ieri, condotto con 'uso di mortai pesanti da 120 mm. Volontari di Popoli erano al lavoro in un villaggio che dista qualche ora di marcia da Boe Way Hta, interessato però anc'esso dalle operazioni belliche. Mentre su Boe Way Hta cadevano le prime granate, gli uomini del Colonnello Nerdah Mya attaccavano infatti i soldati birmani del distaccamento di Maw Khee, allo scopo di creare disturbo alla manovra principale, e di alleggerire la pressione sul villaggio bombardato. Il personale sanitario di Popoli, nonostante la possibilità di evacuare la clinica Carlo Terracciano ha deciso di rimanere nella struttura, mettendosi a disposizione per prestare soccorso ad eventuali feriti. Al momento la situazione è tornata alla normalità nel settore di Maw Khee, e medici ed infermieri di Popoli hanno lasciato la clinica e si trovano ora al sicuro. Nelle prossime ore seguiranno L'evoluzione degli avvenimenti per intervenire, in caso di necessità, nelle zone maggiormente interessate dalla presenza di feriti. Va sottolineato come i birmani abbiano rastrellato ben duecento civili Karen da numerosi villaggi per utilizzarli come portatori di armi, munizioni ed equipaggiamenti e per costringerli a precedere le truppe lungo i sentieri minati che circondano Boe Way Hta.

Da www.comunitapopoli.org

____________________________________________________________

A breve nuove iniziative dell'Associazione Culturale Tyr a favore del Popolo Karen, per info contattarci tramite controventopg@libero.it
Potete trovare tutti gli aggiornamenti su: www.controventopg.splinder.com
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyMar Set 02, 2008 8:24 pm

DIAMO VOCE AL SILENZIO

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptySab Set 13, 2008 12:48 pm

Si è conclusa la prima missione de "l'Uomo Libero" in Birmania. I volontari di Popoli e de l'Uomo Libero sono stati impegnati due settimane nel portare solidarietà e aiuti concreti al popolo Karen.

Morire per vivere. [Birmania] 015

Morire per vivere. [Birmania] 041

Morire per vivere. [Birmania] 040

Aggirnamenti sulle prossime iniziative su www.controventopg.splinder.com
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptySab Set 13, 2008 1:35 pm

Si è conclusa qualche giorno fa una nuova missione condotta da medici e infermieri della nostra comunità nei territori Karen. La nostra presenza ha permesso di portare cure alla popolazione di alcuni villaggi nei pressi della clinica "Carlo Terracciano", e di proseguire con successo i corsi di training per il personale paramedico locale. Il bombardamento del villaggio di Boe Wae Hta, e le conseguenti operazioni militari che hanno coinvolto anche l'area della "Terracciano", hanno impedito di visitare altri gruppi di profughi interni che avrebbero estremo bisogno del nostro intervento. I medici di Popoli si sono messi a disposizione delle strutture sanitarie nella giungla per prestare soccorso ai feriti, e hanno compiuto diversi interventi chirurgici nei confronti di pazienti civili che hanno avuto accesso alla clinica dedicata alla memoria dell'amico e maestro Carlo. Il popolo Karen continua ad affascinarci per la dignità e la tenacia con cui affronta il suo destino. Gli infermieri locali sono stati i primi difensori della clinica di Boe Wae Hta anche lo scorso giugno, quando il villaggio fu attaccato dall'esercito birmano. I paramedici hanno evacuato i pazienti in territorio tailandese per poi partecipare alle operazioni di contrattacco nei confronti degli assalitori. Questo significa essere un popolo in lotta: civili e militari senza molte distinzioni quando si tratta di resistere all'oppressore e quando in gioco c'è la vita dei propri figli. I Karen ora dovranno affrontare l'offensiva della prossima stagione secca, quella "risolutiva" secondo i comandi birmani. Hanno bisogno del nostro aiuto. Se lo meritano, ve lo assicuriamo.

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyVen Ott 03, 2008 1:44 am

I Birmani minacciano la "C. Terracciano".
I BIRMANI AVANZANO VERSO LA CLINICA “CARLO TERRACCIANO”. BRUCIATE ABITAZIONI KAREN IN DUE VILLAGGI.

Da tre giorni proseguono i combattimenti tra truppe birmane e Esercito di Liberazione Karen nei dintorni del villaggio di Kler Law Seh, sede della clinica medica “Carlo Terracciano”, costruita e gestita dalla Comunità Solidarista Popoli. Gli scontri sono conseguenza dell’avanzata birmana verso la roccaforte Karen situata proprio sulla cima di una collina che sovrasta Kler Law Seh. Il villaggio di Bla Tho, occupato ieri dai soldati di Rangoon, ha subito l’incendio di alcune abitazioni e l’arresto di diversi abitanti, accusati dai birmani di intrattenere rapporti amichevoli con la resistenza patriottica del KNLA.

Bla Tho, lo ricordiamo, è sede di una delle scuole elementari di “Popoli”, ed è tappa abituale delle missioni della Onlus italiana, impegnata a prestare cure alla popolazione di profughi interni Karen. Questa mattina gli uomini della 3° compagnia del 201° battaglione Karen, guidati dal Colonnello Nerdah Mya, hanno tentato un contrattacco proprio per cercare di liberare il villaggio dalla presenza dei birmani. Le sorti dello scontro sono ancora incerte. I birmani hanno inviato 200 uomini a sostegno dell’offensiva, iniziata di fatto già lo scorso settembre, durante l’ultima missione della Comunità Solidarista.

Nel pomeriggio di oggi altre truppe birmane sono entrate nel villaggio di Tah Hoh Kyo, che dista circa due miglia dalla clinica “Terracciano”, dando fuoco a tre abitazioni e arrestando numerosi abitanti. Al momento non vi è personale italiano nella clinica, ma i paramedici Karen di “Popoli” sono rimasti al loro posto, continuando a prestare assistenza alla popolazione. I Karen lottano da sessanta anni per la propria sopravvivenza, battendosi con rigore contro la produzione e il commercio di stupefacenti e per il mantenimento della propria identità. Il regime birmano intrattiene rapporti preferenziali con Cina, Israele, Singapore, India, Australia e numerose aziende multinazionali occidentali (tra cui l’americana Chevron e la francese Total) che realizzano ingenti profitti sulla pelle delle popolazioni indigene.

Nessun governo sostiene la lotta per l’autodeterminazione dei Karen, e il loro rappresentante, in visita lo scorso novembre al parlamento di Strasburgo, non è stato ricevuto nemmeno per cortesia da alcun commissario del carrozzone europeo. Tutti troppo impegnati in decisive discussioni sul calibro dei pomodori comunitari e in pantagrueliche “cene di lavoro” a base di wurstel alsaziani. I politici della sedicente democrazia europea non muovono un dito per il popolo Karen . Hanno forse paura che la polverina bianca e le pasticche da sballo non arrivino più nelle nostre strade e nelle nostre scuole? Temono forse che le multinazionali tolgano loro la dorata seggiola da sotto l’Onorevole Deretano?
Sono troppo indaffarati con la costruzione della Centrale Europea di Spaccio, il Kosovo, per la quale hanno addirittura partecipato ad una guerra al fianco dei narcotrafficanti albanesi?

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyVen Ott 03, 2008 1:44 am

COSA E' IMPORTANTE FARE



La soldataglia birmana ha conquistato il villaggio di Bla Tho e un check point Karen al confine tra Birmania e Thailandia.

Bla Tho si trova a soli pochi kilometri da Maw Poe Kloe, il villaggio Karen dove si trovano la "Casa di Popoli" e la clinica intitolata a "Carlo Terracciano".

Purtroppo sembrano essere questi i prossimi due obiettivi: i soldati birmani, infatti, non si sono limitati ad un veloce raid ma stanno scavanddo bunker e trincee, segno evidente che sono intenzionati a rimanere.

L'impegno lungo sette anni di Popoli (www.comunitapopoli.org) rischia ora una importante perdita, proprio ora che la solidarietà al popolo Karen ha visto anche la realizzazione del nuovo villaggio di Ko Hla Mee grazie al progetto "Terra e Identità" de l'Uomo Libero (www.luomolibero.it).

Basterebbe poco per ridonare certezze a questa popolo martoriato da 60 anni di guerra e indifferenza: l'interesse di qualche diplomatico di qualche Paese occidentale.

Facciamo tutti sentire la nostra voce di protesta all'ambasciata birmana:

Cancelleria Via della Camilluccia, 551 - 00135 Roma
Tel. 0636303753 0636304056 - Fax 0636298566
E-mail meroma@tiscali.it


Sezione Consolare Via della Camilluccia, 551 - 00135 Roma
Tel. 0636303753 - Fax 0636298566
E-mail meroma@tiscali.it
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyLun Ott 06, 2008 1:38 pm

ULTIMA ORA!
I BIRMANI BRUCIANO I CAMPI DI GRANTURCO NELL'AREA DI KLER LAW SEH. POPOLAZIONE IN FUGA O SEQUESTRATA.

Ieri i birmani hanno appiccato il fuoco anche a vaste aree coltivate a granturco dai contadini Karen. L'obiettivo è duplice: costringere la popolazione dell'area a fuggire in Thailandia, e privare la resistenza di mezzi di sussistenza. Nella giornata di ieri la milizia collaborazionista del DKBA ha sconfinato in territorio thailandese per colpire nelle retrovie soldati dell'Esercito di Liberazione Karen: un uomo è stato ucciso, e il paese di Mae Klong Khee (Thailandia) è stato teatro di alcune sparatorie. Diversi civili Karen hanno abbandonato la zona interessata dai combattimenti di questi giorni, mentre ci segnalano che in alcuni villaggi le truppe birmane stanno tenendo sotto sequestro la popolazione. Abbiamo parlato questa mattina con il Colonnello Nerdah Mya, responsabile della sicurezza di questo settore: i combattimenti tra esercito birmano e KNLA sono ancora in corso.


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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyLun Ott 13, 2008 12:13 am

La situazione precipita.
In queste ore la situazione nei villaggi del distretto di Dooplaya, dove è concentrato il maggior numero di attività della Comunità Solidarista Popoli, è precipitata. L’esercito birmano, accompagnato da unità della milizia collaborazionista del DKBA, ha occupato una vasta area intorno a Kler Law Seh, sede della clinica “Carlo Terracciano”. Poche ore fa la clinica stessa è stata attaccata, e il personale civile ha dovuto precipitosamente abbandonarla, portando con se i pazienti. Ora soltanto i giovani soldati del 201° battaglione dell’esercito di liberazione Karen, guidati dal Colonnello Nerdah Mya, sono rimasti nel villaggio, a difesa della clinica e della roccaforte posta a pochi minuti di marcia da questa. Quindi sembra proprio che le forze di occupazione siano decise a farla finita con questa “zona libera”, che fino ad oggi consentiva a diverse migliaia di Karen di ottenere assistenza sanitaria, protezione, e educazione per i più giovani. Decine di abitazioni sono state date alle fiamme, così come i terreni coltivati. Difficile prevedere quello che accadrà nelle prossime ore. Una cosa è certa: la lotta dei Karen per l’autodeterminazione continuerà, e ci vedrà ancora al loro fianco. La Comunità Solidarista Popoli ricostruirà ciò che verrà distrutto, e farà proseguire i progetti iniziati nel 2001, e sviluppati in questi anni, che hanno dato ottimi risultati dal punto di vista del sostegno sanitario e didattico a questa popolazione. Possono bruciare case e scuole, campi di granturco e cliniche. Risorgeranno a pochi chilometri di distanza. Saremo accanto a chi lotta per la sua gente. Saremo nemici di chi vuol occupare e sfruttare una terra che non è la sua. Denunceremo i profittatori internazionali che lucrano sul sangue dei popoli. “Non l’impegno di un giorno o di un anno, ma la determinazione di tutta una vita”. Queste parole di Carlo Terracciano siano di sprone alla nostra comunità e ai suoi numerosi sostenitori. Continuare la lotta è nostro dovere. Oggi più che mai.

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyGio Ott 23, 2008 3:49 pm

Morire per vivere. [Birmania] Manifestazioneroma24ottww5
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyDom Ott 26, 2008 1:02 pm

BILANCIO MOLTO POSITIVO DELLA MANIFESTAZIONE DEL 24 OTTOBRE.

La manifestazione svoltasi a Roma, davanti all'Altare della Patria, venerdì 24 ottobre, ci ha permesso di portare a conoscenza di un vasto pubblico la situazione della regione Karen in questi giorni di offensiva militare birmana. I numerosi ragazzi che hanno distribuito volantini, sventolato bandiere e esposto diversi striscioni che chiedevano libertà per i Karen e denunciavano le politiche mondialiste che fanno affari sul sangue dei popoli, hanno attirato l'attenzione del TG2, che nella edizione delle 20.30 ha trasmesso un accurato servizio sulla vicenda birmana e sulle necessità della resistenza patriottica Karen. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta ufficialmente in Campidoglio, e qui ha potuto esporre una serie di urgenti richieste affinché la lotta per la libertà dei Karen non venga soffocata nel sangue e nel silenzio. Vi aggiorneremo sugli sviluppi che siamo certi ci saranno a seguito di questo incontro con importanti rappresentanti dell'amministrazione romana.

Il volantino distribuito alla manifestazione riportava il seguente testo:

BIRMANIA: ADESSO BASTA !

Li avete accusati di trafficare in droga, di reprimere con la violenza i movimenti politici che chiedono maggiore libertà, di perseguitare i monaci buddhisti che osano schierarsi dalla parte del popolo, di praticare la pulizia etnica e lo stupro sistematico nei confronti delle minoranze. Avete organizzato manifestazioni per denunciarne le pratiche brutali di tortura, per chiedere la solidarietà dell'opinione pubblica nei confronti dei dissidenti che subiscono persecuzioni intollerabili. Avete denunciato il criminale comportamento tenuto durante la sciagura del ciclone che la scorsa primavera ha provocato decine di migliaia di vittime alle quali le autorità non hanno fatto giungere gli aiuti necessari.

COSA AVETE OTTENUTO?

Nulla. In queste ore i generali narcotrafficanti al potere in Birmania hanno lanciato una offensiva militare nelle regioni dell'est, abitate dal popolo Karen. Infischiandosene ovviamente delle generiche e timide denunce degli organismi internazionali la soldataglia brucia i campi coltivati e i villaggi dei Karen, etnia di 5 milioni di persone. I civili vengono utilizzati come scudi umani, e migliaia di essi sono già stati deportati verso "aree di reinsediamento", vere e proprie riserve in cui vivranno sotto il tallone brutale della giunta militare. Nell'offensiva sono state coinvolte anche cliniche mediche e scuole create da organizzazioni umanitarie italiane, unica speranza per la gente bisognosa di indispensabili servizi di assistenza.

FATE SEGUIRE ALLE PAROLE I FATTI

Uomini del governo, politici, amministratori. Volete veramente fermare il cammino della giunta militare birmana ? Volete dimostrarci che le vostre parole d'ordine contro il traffico internazionale di stupefacenti non sono soltanto truffaldini slogan elettorali ? Volete provare che credete nel vero diritto di autodeterminazione dei popoli, e non soltanto in quello di comodo propagandato con successo dalle mafie del Kosovo ? Prendete una netta posizione a sostegno del Popolo Karen e delle sue istanze di libertà. Aiutateli concretamente affinché possano resistere alla pulizia etnica. I Karen combattono con coraggio contro la produzione e il commercio di eroina e di anfetamine, piaghe della nostra società. Difendono i loro figli dal laido mercato dello sfruttamento sessuale. Chiedono soltanto di essere rispettati nella loro
terra, dalla quale non vogliono emigrare. Ma non possono più aspettare. In queste ore si gioca il destino di 5 milioni di persone.

La Comunità Solidarista Popoli ringrazia tutti gli amici che si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione, ringrazia chi era presente fisicamente e in spirito, chi ha preparato striscioni e vessilli, chi li ha tenuti in alto, per dare visibilità alla lotta di un popolo in guerra contro le logiche mondialiste che vorrebbero un pianeta omologato, in mano a finanzieri, ad organizzazioni criminali e ad entità
apolidi dalla spiccata vocazione per l'usura e la speculazione. La nostra Patria è laddove si combatte per la nostra idea!

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyDom Ott 26, 2008 1:02 pm

Morire per vivere. [Birmania] Manifestazione%20Roma%2024%20ottobre
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyDom Ott 26, 2008 1:59 pm

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptySab Nov 01, 2008 6:21 pm

AIUTIAMO IL POPOLO KAREN - SOSTENIAMO POPOLI.

Il campo Kler Law Seh in mani birmane. La clinica Carlo Terracciano sarà costruita altrove.



La 3° compagnia rompe l'accerchiamento. Il campo di Kler Law Seh cade nelle mani dei birmani e dei partigiani filogovernativi.
La clinica Carlo Terracciano verrà ricostruita altrove.

31 ottobre 2008. Dopo cinque ore di intenso combattimento quasi tutti gli uomini della 3° compagnia del 201° battaglione Karen sono riusciti a lasciare il campo di Kler Law Seh, rompendo l'accerchiamento delle truppe birmane e delle bande partigiane al soldo di Rangoon. Isolati dal resto dei reparti dell'Esercito di Liberazione Nazionale, a corto di munizioni e senza più alcuna speranza di ottenere rifornimenti, i giovani soldati Karen si sono fatti strada attaccando proprio il settore tenuto dai miliziani del DKBA. Numerose le perdite tra i partigiani, mentre l'esercito patriottico conta per il momento soltanto tre dispersi. La clinica Carlo Terracciano, che dall'inizio del 2007 ha garantito assistenza sanitaria a migliaia di abitanti del distretto di Dooplaya, è caduta definitivamente nelle mani dei collaborazionisti. Come già avevamo detto, ricostruiremo ciò che le forze di occupazione vorranno distruggere. Non riusciranno a piegare un Popolo che da sessant'anni dimostra con i fatti di credere profondamente alle parole d'ordine che si è dato. Una nota di tristezza scende su tutti noi che abbiamo a cuore le sorti della rivoluzione Karen e le speranze di libertà di questi leali e coraggiosi amici. Per anni abbiamo visitato i villaggi che ora conoscono l'occupazione birmana. Due delle scuole di Popoli erano lì. Ripensiamo ai tanti visi sorridenti che ci davano il benvenuto quando i nostri medici e i nostri infermieri arrivavano nei templi buddisti, trasformati per l'occasione in ambulatori per centinaia di disciplinati pazienti. Il Colonnello Nerdah Mya, che sta ora cercando di far ricongiungere i suoi soldati alle truppe di stanza a Boe Wae Hta (probabile prossimo obiettivo dell..avanzata birmana), ci ha contattati, ringraziandoci per aver tentato nei giorni scorsi di attirare l..attenzione della pubblica opinione e del mondo politico sulla grave situazione in cui versa il suo popolo. “Oggi abbiamo perduto una battaglia” - ha dichiarato Nerdah - “come molte volte è successo in tanti anni di guerra soltanto perché i nostri ragazzi non avevano sufficienti risorse. Ma siamo ancora qui, sulla nostra terra. Pronti come sempre a rialzarci in piedi di fronte all'invasore.”..

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyDom Nov 30, 2008 2:48 pm

MIGLIAIA DI KAREN IN FUGA PER

GLI ATTACCHI DELL'ESERCITO

BIRMANO. UN TEAM DI "POPOLI"

NELLA ZONA DELL'OFFENSIVA.

DAREMO AGGIORNAMENTI APPENA

POSSIBILE.

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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyDom Nov 30, 2008 11:09 pm

CONCLUSA LA MISSIONE

Si è conclusa dopo tre settimane la missione condotta in territorio Karen da alcuni volontari di Popoli. Il viaggio aveva molteplici scopi. Il primo: coordinare aiuti di emergenza dopo la violenta offensiva condotta dai birmani contro numerosi villaggi del distretto di Dooplaya. Il secondo: studiare nuove strategie di intervento sulla base della variata situazione nell'area. Il terzo: dare un segnale tangibile ai Karen della nostra volontà di condividere almeno in parte il momento difficile che stanno attraversando. I volontari si sono introdotti in territorio birmano e hanno raggiunto alcuni villaggi nell'area interessata dall'offensiva birmana. Il personale medico ha potuto visitare la popolazione civile che era rientrata nei villaggi da poche ore, dopo essersi rifugiata nella giungla per sottrarsi alla cattura da parte delle forze di Rangoon. Accompagnati dai soldati dell'Esercito di Liberazione Karen e dal Colonnello Nerdah Mya, i volontari hanno poi raggiunto il villaggio di Kaw Hser Ko, nella provincia del Tenasserim. Il villaggio dista 10 ore di marcia dal primo centro abitato sul confine birmano tailandese, ed è raggiungibile solo percorrendo un difficile sentiero che attraversa una giungla particolarmente fitta e ricca di sanguisughe. Un viaggio che gli abitanti di Kaw Hser Ko compiono due volte la settimana, per trasportare, inerpicandosi su ripidi tratti di montagna, riso, sale e generi di prima necessità fino al villaggio. Kaw Hser Ko è l'emblema del concetto di "Lotta di Popolo": i soldati vivono qui con le loro famiglie, i loro figli. La prima linea di una guerra che in questa regione è voluta non soltanto dalla brama di potere assoluto dei Generali birmani ma anche, o meglio soprattutto, dall'aggressività del capitalismo occidentale, che ha i suoi investimenti multimilionari proprio tra le foreste del Tenasserim. Il gas birmano, che deve alimentare la vorace "crescita economica" (detto oggi sembra proprio una barzelletta) di diversi rispettabili stati democratici, viene convogliato nei condotti della Total e della Chevron. La protezione di questi gasdotti è affidata a decine di battaglioni di fanteria birmani, che nella regione hanno diritto di vita e di morte sugli abitanti. Così, chi vuol sottrarsi all'oppressivo controllo dei militari, chiede la protezione dei guerriglieri Karen, che cercano con i pochi mezzi a disposizione di garantire una zona franca, al riparo dalle incursioni birmane. La situazione del conflitto in questo momento è di stallo: dopo che le truppe birmane con l'aiuto dei collaborazionisti del DKBA hanno conquistato buona parte del distretto di Dooplaya, si registrano soltanto scaramucce tra i guerriglieri Karen e le forze occupanti. "il momento del raccolto del granturco" - dice il Colonnello Nerdah Mya - e ora i birmani stanno imponendo pesanti tasse ai contadini Karen. Ora vogliono tranquillità, per poter spremere la nostra gente. Noi non possiamo certo scatenare battaglia quando migliaia di civili sono impegnati nei campi. Coinvolgeremmo nello scontro persone innocenti. Credo che la guerra riprenderà a febbraio. E allora noi dovremo essere pronti. La Comunità Solidarista Popoli ha tirato le somme delle "perdite" causate dall'offensiva: la clinica Carlo Terracciano, occupata per alcuni giorni dai partigiani collaborazionisti è ora isolata a causa di decine di mine antiuomo lasciate dal nemico proprio per rendere inutilizzabile la struttura e per provocare perdite tra i civili e i guerriglieri Karen. Le scuole elementari di Bla Tho e Kerlaw Gaw per il momento non possono essere alimentate dalla Comunità, poiché i due villaggi sono occupati dalle truppe birmane. Resta attiva, seppur sotto grave minaccia, la clinica di Boe Wae Hta, la prima struttura realizzata da Popoli nello stato Karen, che risale al 2001. Circondato da un ingente numero di soldati nemici, Boe Wae Hta per il momento resiste, e la clinica fornisce indispensabile assistenza sanitaria a migliaia di persone. Le cliniche di Mu Aye Pu, e di Kay Pu lavorano a pieno regime, mentre la scuola di Boe Wae Hta funziona solo nei giorni in cui non si spara, e quando i bambini riescono a raggiungerla. "Popoli" ha ribadito la volontà di incrementare il suo impegno a favore del Popolo Karen, attraverso il proseguimento dei progetti iniziati negli scorsi anni e creando nuove strutture a sostituzione di quelle inutilizzabili. A Kaw Hser Ko è nostra intenzione creare una scuola per i bambini del villaggio e per quelli che arrivano da insediamenti a ben tre giorni di cammino da qui. Forniremo anche il cibo necessario a nutrire i bambini, oltre a garantire un minimo stipendio a due insegnanti. Proseguirà inoltre il progetto "Terra - Identità", iniziato con successo attraverso la
costruzione del villaggio di Kaw Law Mee, che ospiterà 25 famiglie di profughi intenzionati a rientrare nel loro paese. Un nuovo villaggio di 50 unità abitative attende soltanto lo stanziamento effettivo di fondi già promessi per la sua costruzione. "Riportare la nostra gente in Patria" - dice Nerdah Mya - "è la più importante delle cose da fare ora. Abbiamo bisogno che il popolo Karen si riappropri della sua terra, che la coltivi e produca cibo per tutti. La nostra lotta per la libertà deve trarre linfa da questi villaggi". La clinica "Carlo Terracciano" verrà ricostruita: il nome del nostro amico e maestro sarà sull'insegna di una nuova struttura che continuerà a garantire assistenza ai civili Karen che ancora preferiscono una vita in prima linea ad una sopravvivenza da schiavi in qualche campo profughi o in qualche fabbrica in Occidente.


www.comunitapopoli.org

Presto nuove attività a Perugia per aiutare il Popolo Karen.
Aggiornamenti su: www.controventopg.splinder.com
Per info: controventopg@libero.it
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyVen Dic 26, 2008 9:18 pm

Morire per vivere. [Birmania] 2n6661x

KAREN. UN POPOLO IN LOTTA.
Introduzione - di Walter Pilo
Cronache di viaggio - di Fabio Franceschini
I Karen. Un popolo, non una minoranza.
KNU – Karen National Union. Obiettivi, politica e programma.
Lo stupro come strategia politica.
Birmania: storia recente - di Franco Nerozzi
Un universitario in guerra - Intervista a Nerdah Mya
Azione Futurista in Birmania - intervista a Graziano Cecchini
Un medico al fronte - intervista a Rodolfo Turano
Terra e Identità. Un progetto di concreta solidarietà.
Appendice fotografica
Biografia di Riferimento

Costo 10 euro
Per info e prenotazioni inviare una mail a info@luomolibero.it

A Perugia disponibile contattando controventopg@libero.it
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyMer Dic 31, 2008 7:02 pm

UN ANNO DIFFICILE, SUPERATO CON IL VOSTRO AIUTO.

Si conclude un anno particolarmente difficile per i nostri amici Karen. Il 2008 ha visto il moltiplicarsi degli episodi di violenza e repressione condotti nei loro confronti dall'esercito di occupazione birmano e dai partigiani collaborazionisti. All'inizio del 2008 alcuni sicari hanno assassinato in Thailandia il segretario generale dell'Unione Nazionale Karen. Poi le truppe birmane hanno tentato a più riprese di conquistare il villaggio di Boe Wae Hta. Durante i combattimenti anche un infermiere di Popoli, che lavorava nella nostra clinica, è rimasto ucciso. Nei mesi seguenti numerosi civili sono stati catturati e passati per le armi dai soldati birmani. Sono stati massacrati ragazzini, donne, contadini disarmati. I bombardamenti dei villaggi hanno provocato la fuga di migliaia di persone, che hanno cercato rifugio in zone protette dall'Esercito di Liberazione Karen. In settembre le forze di occupazione hanno iniziato ad avvicinarsi pericolosamente al villaggio di Kler Law Seh, sede della clinica "Carlo Terracciano", occupata poi in ottobre, dopo che la guarnigione Karen era stata circondata da numerosi reparti nemici. L'80% del territorio del distretto di Dooplaya è caduto così sotto il controllo birmano, e quindi anche l'attività di Popoli ha risentito profondamente della mutata situazione. Ci siamo recati quattro volte in missione (febbraio, maggio, agosto, novembre), per coordinare gli aiuti di emergenza destinati in gran parte ai gruppi di civili che avevano dovuto lasciare i villaggi minacciati dall'offensiva birmana. Le missioni hanno dato un impulso estremamente positivo ai nostri progetti, e sono risultate di grande aiuto anche per il morale dei Karen, che hanno potuto constatare come la Comunità abbia aumentato gli sforzi per fornire una maggiore assistenza alla popolazione. Dodici mesi difficili, dicevamo, che però ricorderemo, come è nostro costume, soprattutto per le cose positive accadute. Il 2008 è stato l'anno in cui è partito e si è concretizzato ad esempio il progetto "Terra - Identità", sviluppato in collaborazione con gli amici dell'Associazione L'Uomo Libero Onlus. Un progetto "rivoluzionario" nel vero senso del termine, in quanto tassello fondamentale, a detta della stessa Unione Nazionale Karen, della strategia di ricostruzione di un paese libero dall'ingerenza straniera. "Terra - Identità" ha permesso di far sorgere un nuovo villaggio rurale proprio nel momento in cui le truppe birmane ne distruggevano altri, nella folle idea di poter piegare un Popolo che anela alla libertà, incendiando le case e saccheggiando i raccolti. Il nuovo villaggio è soltanto il primo di una serie di insediamenti che costruiremo a partire dai prossimi mesi, perché gli occupanti sappiano che non potranno mai vincere contro chi è determinato a vivere sulla propria Terra e a morire per difendere la propria Identità. Per ogni villaggio distrutto ne sorgerà uno nuovo. Per ogni campo incendiato ne verrà coltivato un altro. Un progetto-guida, che ha già destato l'interesse di istituzioni italiane non miopi, che si sono impegnate a dare concreto sostegno alla realizzazione dei prossimi insediamenti. Ma il 2008 è stato anche l'anno di tante, nuove, sincere amicizie. Siamo stati accolti in molte città italiane per raccontare della nostra attività. E abbiamo trovato persone di cuore pronte ad assumersi il compito di rappresentare la Comunità nel loro territorio. Così è stato a Bolzano, a Lucca, ad Arezzo, a Genova, a Prato, a Benevento, a Perugia, a Bari, a Monza, a Volano, a Marino, ad Anzio, Avellino, Nettuno, Palestrina. E poi la conferma della generosità dei gruppi e degli individui che già ci avevano accompagnati in passato nel nostro viaggio: i Calabresi, i Veronesi, i Triestini, i Romani, i Milanesi, gli amici di Rovereto e di Cave, quelli di Bergamo e di Cagliari, di Marano Vicentino, di Zagarolo, di Torbe, di Gazzo, quelli di Lugano e di Saronno, di Torino, di Barlassina, di Varese, di Ostia e Castel Porziano, di Salò, di Riva del Garda, di Catania e Messina. Tutti, accanto ai tanti che hanno fatto generose donazioni in maniera discreta (a volte troppo discreta, al punto da non riuscire a rintracciarli per ringraziarli nel modo adeguato) hanno fatto si che anche nel 2008 "Popoli" potesse far fronte pienamente a tutti gli impegni assunti con i suoi interlocutori Karen. Il nuovo anno si preannuncia impegnativo. Inutile nascondere che nelle intenzioni della
giunta militare birmana c'è l'assoggettamento dell'ntera regione di Dooplaya. Ed è altrettanto vero che l'Esercito di Liberazione Karen farà tutto il possibile per costringere invece le truppe di occupazione ad indietreggiare, consentendo una vita quasi normale alla popolazione civile. Un orizzonte di guerra, quindi. Inevitabile. La Comunità Solidarista Popoli continuerà ovviamente il suo lavoro. Vi ringraziamo tutti per averci sostenuti fin qui. Sappiamo di poter contare ancora su di voi.

da: www.comunitapopoli.org
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MessaggioTitolo: “Popoli” in lotta!   Morire per vivere. [Birmania] EmptyGio Gen 29, 2009 7:34 pm

“Popoli” in lotta!
Di Anna Le Rose per Novopress

Nella palude che tenta di soffocarci esistono ancora personalità e soprattutto persone capaci di lottare e di tramutare le parole in Azione contro i mostri del Mondialismo e della Globalizzazione. Questo è l’esempio della Comunità Solidarista Popoli, che attraverso le parole del suo infaticabile presidente, Franco Nerozzi, ci ha raccontato la sua storia e i suoi progetti.

Prima di partire con la nostra chiacchierata, voglio ringraziarti Franco per aver concesso a Novopress questo spazio. Inizio subito chiedendoti, soprattutto per chi ancora non conoscesse questa realtà, come, quando, da quali presupposti e con che finalità nasce la Comunità Solidarista Popoli…

Sono io a ringraziarvi per l’opportunità che ci date. Far conoscere “Popoli” è per noi di vitale importanza. Per venire alla tua domanda: la nostra Comunità nasce da un gruppo di vecchi (anzi devo dire vecchissimi) amici che un giorno decidono di passare dalle chiacchiere e dalle sterili invettive (contro la società malata di egoismo, contro il mondialismo e i suoi servitori, contro l’edonismo imperante in un sistema votato alla religione del denaro e della futilità) ai fatti. Questi amici, in breve, pensano che potrebbe avere più senso mettersi fisicamente a disposizione di chi, senza magari aver letto nemmeno un testo dotto in vita sua, incarna di fatto la lotta al sistema mondialista.

Quali sono attualmente i Paesi in cui Popoli porta avanti la sua missione e perché avete scelto proprio questi?

Al momento siamo attivi in prima persona soltanto in Birmania, nello stato Karen, mentre abbiamo un progetto ancora in fase di ideazione in Afghanistan (Valle del Panjshir). Poi abbiamo iniziato dei sopralluoghi in Libano, per iniziare una attività a favore dei profughi palestinesi nel sud del Paese. Per finire, stiamo raccogliendo fondi da destinare alla popolazione di Gaza, vittima dei bombardamenti sionisti.
Abbiamo scelto queste realtà perché tra i principi ispiratori della nostra azione c’è quello della difesa dell’Identità. In Birmania i Karen lottano per mantenere la propria specificità a fronte del tentativo di sterminio condotto nei loro confronti dal regime di Rangoon. Nel Panjshir vivono la famiglia e i mujaheddin del Comandante Massoud, che si sono sacrificati per la libertà dell’Afghanistan, prima contro l’imperialismo sovietico, poi contro il tentativo Talebano di imporre una visione dell’Islam che non è quella tradizionale afgana. Opponendosi ai Talebani, va ricordato che Massoud bloccava anche i progetti del Dipartimento di Stato USA, che puntava sulla “normalizzazione” del Paese da parte degli uomini del Mullah Omar, allo scopo di consegnare alle multinazionali statunitensi importanti contratti legati allo sfruttamento delle risorse energetiche dell’area. I più stretti collaboratori del Comandante sostengono che ad armare la mano degli arabi che hanno assassinato Massoud siano stati i servizi americani, poiché avevano ricevuto da Massoud la dichiarazione della sua totale opposizione ad un intervento statunitense in Afghanistan. Per quanto riguarda i progetti in Libano e Palestina possiamo dire che soltanto chi è al servizio degli interessi sionisti può negare che la lotta per l’autodeterminazione dei Palestinesi sia sacrosanta. E che le vere vittime della questione mediorientale siano le popolazioni che vedono negato il diritto a vivere dignitosamente sulla loro terra.

Le missioni della Comunità sono tutt’altro che facili. Quali sono le difficoltà maggiori che s’incontrano?

Le missioni in territorio Karen presentano molteplici difficoltà. La prima è senza dubbio quella relativa alla sicurezza. I volontari che entrano a Kawthoolei (lo stato Karen) lo fanno clandestinamente. Sono considerati dalle autorità birmane dei “terroristi”, poiché agiscono in zone in cui è attiva la resistenza. Sono così esposti ai pericoli che esistono in una regione in guerra, in cui sono frequenti gli attacchi improvvisi da parte delle truppe governative contro i villaggi Karen. Ci si deve muovere sempre con la protezione dei guerriglieri, che cercano di garantire la sicurezza, almeno temporanea, durante le visite dei nostri medici alla popolazione dei villaggi e ai profughi nascosti nella giungla. Ci sono poi aspetti che definirei “minori”, riguardanti una certa scomodità della vita oltre confine, a cui non siamo molto abituati, noi “animali borghesi” che nelle nostre case abbiamo tutto a disposizione. Ma l’aspetto forse più difficile della nostra attività è quello relativo alla sostenibilità dei progetti che intraprendiamo. Mi spiego: dal 2001 i nostri progetti (costruzione e gestione di cliniche e di scuole, training al personale medico, costruzione di villaggi agricoli per i profughi che rientrano in Patria) proseguono senza sosta. Da questo punto di vista siamo molto soddisfatti, e i Karen ci considerano ormai una presenza indispensabile nel distretto in cui operiamo. Al tempo stesso però, a causa delle offensive birmane, siamo di tanto in tanto costretti a muovere le cliniche e le scuole (di fatto a spostare in aree più sicure farmaci, strumenti, pazienti e insegnanti). Questo potrebbe dare l’idea di una certa precarietà. Di fatto si tratta soltanto di essere flessibili operativamente, veloci nelle decisioni da prendere, e disponibili a seguire i consigli di chi vive quotidianamente in questo stato di guerra.

Viviamo in un mondo sopraffatto da un business apolide, narcomafie in continuo incremento, politiche assassine prive di scrupoli dove a dettare la trama dell’esistenza sono i mostri del Mondialismo e della Globalizzazione. La Comunità ha l’opportunità di osservare da un punto di vista quasi privilegiato gli effetti devastanti di tutto ciò in Paesi dove oltre a quest’aggressione è molto forte la resistenza ad essa. In Italia, come in tutto l’Occidente d’altra parte, esiste invece un’accettazione passiva e forse anche incentivante verso questi mostri. Cosa pensi a tal proposito?

Penso che ci sia un atteggiamento rassegnato di fronte a questa offensiva mondialista che hai ben descritto. Qui da noi si dà per scontato che il mondo sarà questo, e che non ci sia nulla da fare. A molti va bene così, sia chiaro. Andate un po’ a chiedere in giro, soprattutto alle nuove generazioni, quali sono le principali esigenze dell’ uomo globalizzato. Pensate che vi rispondano “la sopravvivenza della nostra cultura” ? Oppure “giustizia sociale” ? O ancora “la difesa delle nostra tradizioni” ? Fatta eccezione per alcuni ambienti che ritengo “sani” intellettualmente e spiritualmente, il resto della società globalizzata pone al primo posto della sua lista della spesa disvalori che ci sono stati imposti dalle volpi del mondialismo. E dobbiamo fare attenzione ad una cosa: proprio in quelle realtà in cui la resistenza al mondialismo è più accesa, l’attacco verrà portato con scientifica efficacia. Il caso più concreto che posso portare è quello che conosciamo in prima persona. La lotta dei Karen non si basa sullo studio di testi di approfondimento politico sull’autodeterminazione dei popoli, o sulla lettura delle opere di Evola. La lotta dei Karen è piuttosto primitiva dal punto di vista politico. E’ una resistenza naturale e spontanea ad una aggressione brutale condotta dal regime militare birmano. Il problema è che chi vuol trarre vantaggi economici dal sangue dei popoli è solitamente qualcuno che ha studiato nelle migliori facoltà del mondo i sistemi per raggiungere questo scopo. Vengono quindi utilizzati tutti gli stratagemmi possibili al fine di eliminare gli ostacoli che incontrano sulla loro strada.
Ecco che allora concetti come “identità” e “tradizione” vanno minati, privati di significato. Al loro posto si introducono parole d’ordine come “benessere”, “democrazia”, “partecipazione”. In pratica, chi sta facendo affari con un regime che garantisce miseria alla sua gente e impedisce qualsiasi confronto democratico e qualsiasi partecipazione, al tempo stesso lavora per indebolire la resistenza spontanea di chi desidera esclusivamente continuare a parlare la propria lingua, seguire le proprie tradizioni, coltivare la propria terra e difenderla dallo stupro delle multinazionali.
Il miraggio di una nuova Birmania, retta dal rassicurante sorriso di Aung San Suu Kyi, protetta dalle grandi democrazie occidentali, sembra tanto uno specchietto per le allodole, utilizzato per favorire l’affermazione di forze politiche birmane che un giorno continueranno a concedere alle multinazionali ciò che già i generali narcotrafficanti garantiscono al momento.
Nei campi profughi Karen inoltre, assistiamo ogni giorno all’emorragia di questo popolo. Organizzazioni occidentali favoriscono l’emigrazione dei giovani verso paesi “ricchi”, prospettando loro una vita in pace, agiata e piena di divertimenti.
I leader Karen sembrano incapaci di contrastare questo flusso migratorio, che porta fatalmente alla morte di ogni speranza di autodeterminazione.
La parte più “resistente” è ovviamente quella militare, quella che fa capo a comandanti come Nerdah Mya: chi è sul campo di battaglia ogni giorno, chi sta a contatto con la popolazione oppressa, chi non è “contaminato” dalle lusinghe e dalle mollezze della vita in esilio, ha ben presente quale sia la via da percorrere. Difendere il territorio, difendere la gente che ci vive, respingere il nemico, ottenere libertà. Infischiarsene di quello che si sta escogitando a Londra o a Washington. Infischiarsene di ciò che accadrà a Rangoon. Per i comandanti militari più lungimiranti, il messaggio da dare è chiaro. I Karen non saranno sudditi ne’ dei Generali, ne’ delle future oligarchie politiche. Mi pare una ottima sintesi del concetto di lotta al mondialismo.

Identità e Tradizione contraddistinguono l’operato di Popoli. Osservando la nostra situazione sembra quasi un’utopia il recupero di tali punti di riferimento, ma forse proprio grazie all’esempio di popoli come quelli a cui la Comunità offre il suo sostegno, possiamo sperare in una riflessione che porti linfa e stimoli alla condizione occidentale. Credi che questo esempio concreto possa essere sprone per le nostre generazioni e coadiuvante di secoli di letteratura “d’area” che, ora più che mai, ha bisogno di essere accompagnata dall’azione?

Spero proprio di si, anche se il contesto in cui viviamo rende difficile la ricezione di questi messaggi. Se viene spacciata per vita reale quella infame paccottiglia di idiozie che esce dai mezzi di comunicazione tutti i giorni, è facile che molti resteranno insensibili di fronte a situazioni in cui è in gioco la vita e la dignità di milioni di persone. Insomma, chi freme e si dispera per le facili lacrime che Maria De Filippi ci propina dal teleschermo non potrà mai sintonizzarsi sull’onda di chi vuol fare dell’azione il naturale sbocco di spinte ideali di un certo livello. Per quanto riguarda “l’area”, va detto che sicuramente quel contesto offre un terreno molto fertile. Abbiamo avuto delle risposte di grande generosità. Giovani che sono partiti con noi e che poi, ed è questa credimi la parte più difficile dell’impegno con “Popoli”, si sono sacrificati per il duro, ma indispensabile lavoro di raccolta fondi e di propaganda. E meno giovani, che hanno ritrovato nel lavoro con la Comunità Solidarista quell’entusiasmo che anni di delusioni politiche avevano soffocato.
Se posso fare anche un appunto però, e credo che sia giusto essere chiari e sinceri proprio con quelli che crediamo amici o fratelli, bisogna dire che un po’ di retorica in meno e un po’ di concretezza in più, porterebbe a risultati straordinari. Riceviamo spesso messaggi di solidarietà che sembrano usciti dalla penna di Starace: e magari a queste ridondanti parole che ricordano il ventennio non fa seguito alcun sostegno “concreto”. I Karen, o i Palestinesi hanno bisogno di mangiare e di curarsi, per sopravvivere e resistere. Gli slogan alla “Credere. Obbedire. Combattere. “ non sono sufficienti.

Negli ultimi giorni ha suscitato interesse il tuo articolo provocatorio “Perché stiamo con Israele”. Raccontaci qualcosa in merito…

Una semplice (anche semplicistica, va ammesso) e immediata reazione ad una dichiarazione di Gasparri che in televisione lanciava un appello affinché si ponesse fine al “massacro dei bambini israeliani”. Direi che con un ispiratore di così grande talento l’articolo poteva già considerarsi fatto.
La cosa più sconcertante è che qualcuno mi ha scritto per dirmi che finalmente avevo messo la testa a posto e riconoscevo le ragioni di Israele. E non scherzava…

Rimanendo sull’argomento, l’Italia come sta accogliendo la campagna di sostegno per la popolazione palestinese della striscia di Gaza?

Risposta immediata da numerosissimi gruppi che si sono attivati, con “Popoli” e con “ Soccorso Sociale” con volantinaggi e raccolte fondi. E’ presto per dire quanto in concreto potremo offrire alla popolazione di Gaza. Ma siamo fiduciosi.

Approfitto di questa occasione per soddisfare una curiosità sulla quale probabilmente molti avranno riflettuto: data la natura della Comunità, ovvero la non appartenenza a quella cerchia di associazioni pubblicamente antifasciste ad esempio, come sono i rapporti con le altre realtà associazionistiche di aiuto umanitario e con le istituzioni?

Mettiamola così: chi ci conosce personalmente e chi vede quello che facciamo ci rispetta al di là delle differenze ideologiche, se di questo ha ancora senso parlare. Le istituzioni hanno per fortuna un approccio tecnico nei nostri confronti: valutano la bontà del progetto sottoposto. E rispondono di conseguenza, anche se (non siamo nati ieri) alcune amministrazioni tendono ad ascoltare con più disponibilità chi è considerato politicamente “vicino” ad esse.
Grandi organizzazioni umanitarie, inequivocabilmente schierate a sinistra, non hanno alcun interesse a mischiarsi con noi. E’ un peccato. In fondo non credo che i profughi Karen, se riusciranno a non morire perché riceveranno le nostre cure, saranno un domani elettori di Berlusconi. Una cosa ci tengo a specificare: “Popoli” non è antifascista, e quindi non è una organizzazione “di destra”.

Progetti futuri della Comunità?

In un blog che degli amici mi hanno segnalato, alcuni zelanti difensori dell’ortodossia mondialista (sedicenti antifascisti che passano le giornate a guardare cosa fanno i “mostri” in camicia nera e a proseguire l’opera di delazione inaugurata dagli sciacalli molti anni fa), ho trovato che “Popoli” starebbe costruendo in Birmania villaggi “etnicamente puri”, una sorta di laboratori in cui preservare la purezza della razza Karen . A parte il fatto che su questo argomento potrebbero chiedere informazioni al partigiano Giorgio Bocca, solitamente non perdo tempo con le chiacchiere postate sui blog da onanisti che si nascondono dietro l’anonimato. Ma questa volta credo che la cosa meriti un minuto. La dice lunga su come venga sempre rovesciata la frittata: il progetto di “Popoli” è quello di continuare a costruire villaggi per dare rifugio e possibilità di rendersi autosufficienti dal punto di vista alimentare alle vittime di una pulizia etnica. Per questi perditempo che sono già diventati ciechi insistendo con certe pratiche di autoerotismo, la nostra è un’ operazione di chiara matrice razzista. I commenti li lascio a voi…
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MessaggioTitolo: Re: Morire per vivere. [Birmania]   Morire per vivere. [Birmania] EmptyGio Gen 29, 2009 7:35 pm

Prima di concludere… C’è un messaggio che vorresti lasciare a chi ci legge? Soprattutto ai giovani che più degli altri hanno la possibilità e il dovere di agire…

Vorrei solo ricordare che da qualche giorno sulla testa del Comandante Karen Nerdah Mya, è stata posta una grossa taglia da parte dei narcotrafficanti che agiscono lungo il confine birmano-thailandese. Lottare onestamente e con dedizione per una causa significa rischio, fatica, privazioni e sacrifici. Chi vive in contesti meno problematici e dichiara di avere certi ideali ha il dovere, come hai giustamente detto tu, di agire. Non importa se lo fa aiutando “Popoli” o altre realtà dell’universo solidaristico che “l’area” ha espresso. Si lavora tutti per lo stesso obiettivo. L’importante è non mollare mai chi sta in prima linea.

Salutandoti e ringraziandoti ancora ti lascio lo spazio per fornire le informazioni necessarie per sostenere Popoli…

Tutti possono sostenere Popoli, organizzando manifestazioni di raccolta fondi (cene, concerti, incontri sportivi ecc.), oppure versando offerte tramite i nostri conti correnti.
Quello postale è il n° 27183326
Quello bancario, codice iban n° IT19R0518811703000000057192
Di grande, grandissimo aiuto è destinare e far destinare al maggior numero di conoscenti il 5 x 1000 della dichiarazione dei redditi. Come sappiamo non costa nulla, sono cifre già versate all’ufficio delle entrate, e vanno semplicemente assegnate a “Popoli” indicando negli appositi moduli il codice n° 03119750234
Ti ringrazio a nome della Comunità Solidarista per questa intervista e per lo spazio che ci avete concesso.
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