Obama...oggi si inizia!

Apro questo nuovo thread perchè l'altro parlava del passato e invece da oggi si inizia a fare sul serio.

Dopo le belle (direi bellissime) parole, i concerti, i gossip su quello che mangia o su che cane prenderà da oggi Obama è il Presidente in carica degli USA...che farà? Quali fatti susseguiranno dopo i bei messaggi lanciati?

Speriamo bene..speriamo davvero che sappia riportare ottimismo reale e rialzare una nazione (e un occidente) addormentata e in declino.

Vediamo che cosa FA. Io ho una marea di dubbi a riguardo. Mi sembra più un film di hollywood che un ripristinare la società..

Per ora è stato, e non poteva fare altro, un'immagine di facciata con tanti bei propositi...è presto per giudicare ma adesso devono cominciare i fatti...staremo a vedere...da qui a un mesetto già si potrà intuire l'andazzo che prenderà questo nuovo presidente.

OBAMA: L’UOMO NUOVO DELL’ALTA FINANZA

Ai poveri illusi filo-obamiani della politica nostrana, non basterebbe molto per individuare e conoscere le intenzioni di quest'uomo, tanto in politica interna quanto in politica estera. Si sa, i candidati atlantici, prima di ogni elezione, sono soliti ricevere sostegni e regali: regali apparentemente immotivati, quasi inspiegabili. A dire il vero, da diversi anni, da moltissimi anni, i generosi donatori e sostenitori sono sempre i soliti nomi "mai troppo noti" (anzi, solitamente abilmente in grado di restare in disparte e lontano dalle luci dei riflettori mediatici). E' così che dall'apparente innocenza di questo afro-americano integrato e 'self-made', spuntano fuori amicizie "impensabili" e connivenze peculiari. Chi può dire di conoscere George Soros e la sua storia personale? Non molti. Per i più informati e per i più malfidati (che solitamente alla fine ci prendono), è facile già comprendere la portata di un tale nome; per i meno ferrati in argomento, basti pensare che questo magnate dell'alta finanza è forse uno degli uomini più potenti e pericolosi degli ultimi trenta anni. Ai più ultimamente noto per il suo poi rientrato interesse di acquisto del pacchetto societario della A.S. Roma, Soros, facoltoso ebreo ungherese, è costantemente nel backstage di ogni operazione finanziaria di portata mondiale. Noi italiani, dovremmo ricordarcelo bene, al largo del Porto di Civitavecchia, a bordo del Panfilo Britannia, nel 1992, mentre supervisionava gli allora finanzieri Prodi, Tremonti, Padoa Schioppa e compagnia mercantile, impegnati nella svendita del patrimonio industriale nazionale alle multinazionali estere. Sempre pronto ad eseguire e ordinare svendite e privatizzazioni, si è col tempo consolidato nel mondo come icona "umanista e filantropa", con il malcelato obiettivo di favorire la globalizzazione e la progressiva scomparsa degli Stati nazionali. Profondamente influenzato da Karl Popper, suo insegnante, e sostenitore di una libera e globale economia di mercato che sia al contempo “equa e solidale” (mi domando come sia possibile, nda) è passato fondamentalmente alla storia per il Mercoledì Nero del 16 settembre 1992, giorno nel quale Soros divenne improvvisamente famoso quando vendette allo scoperto più di 10 miliardi di dollari in sterline, approfittando della riluttanza da parte della Banca d'Inghilterra sia di aumentare i propri tassi di interesse a livelli confrontabili con quelli degli altri paesi (il Sistema Monetario Europeo) sia di lasciare il tasso di cambio della moneta fluttuante. Alla fine, la Banca d'Inghilterra fu costretta a far uscire la propria moneta dallo SME e a svalutare la sterlina, e Soros nel processo guadagnò una cifra stimata in 1,1 miliardi di dollari. Da quel momento fu conosciuto come "l'uomo che distrusse la Banca d'Inghilterra". Andando avanti, giunge voce di un altro nome importante tra i promotori pesanti della candidatura di Obama. Parlo di Zbigniew Brzezinski, ebreo polacco, illustre politologo. E qui la paura fa proprio 90, perchè oltre a conoscerlo indirettamente nell'ambito della questione russa, quale supporter delle rivolte pilotate in Georgia e Cecenia in funzione anti-Putin, sappiamo di trovarci di fronte al co-fondatore della Trilateral Commission (un organismo economico transnazionale dai poteri decisionali spaventosi… roba che il G8 è una partita di briscola al confronto…) già Segretario di Stato sotto la presidenza di Jimmy Carter e autore di "The Grand Chessboard" (tradotto: “La grande scacchiera”), un piano per la conquista mondiale ad opera degli Stati Uniti in cerca delle ultime risorse energetiche rimaste sulla Terra. Le sue recenti posizioni di critica nei confronti di quello che lui definisce “l’eccessivo conservatorismo ebraico che censura ogni critica allo Stato israeliano”, lo hanno messo in luce quale persona dalle visioni moderate ed aperte. Una nuova e sospetta veste – questa – che sicuramente cozza e molto con il suo atteggiamento politico da sempre “estremista” e occidentalista, in politica estera. Quello che preoccupa in questo contesto è che l’establishment di Obama ha imbarcato ben quattro suoi figli: Mark Brzezinski (direttore degli Affari russi ed eurasiatici al Consiglio della Sicurezza Nazionale sotto il Presidente Bill Clinton ed uno dei principali promotori della rivoluzione arancione del 2004 in Ucraina); Ian Brzezinski (attualmente Vice Segretario di Stato aggiunto per gli affari NATO ed europei e sostenitore dell'indipendenza del Kosovo, dell'espansione della NATO in Ucraina e Georgia e dei missili ABM in Polonia); Mika Brzezinski, commentatrice politica alla MSNBC autrice dell’intervista a Michelle Obama grazie alla quale il candidato afro-americano ha inaugurato la sua raccolta di simpatie trasversali, e Matthew Brzezinski, amico strettissimo di Ilyas Akhmadov, "ministro degli esteri" ed ambasciatore negli USA dell'opposizione cecena. Abbiamo per di più sentito parlare il neo presidente Obama in proposito di un ventilato ritorno della cosiddetta N.I.R.B. (la National Infrastructure Reinvestment Bank). I più ferrati in storia americana, si ricorderanno questo piano economico-finanziario quale volano della politica "etica" da parte del vecchio Partito Democratico di Franklin Delano Roosvelt, che intese promuovere (almeno sul piano prettamente teorico) un progetto di "welfare generalizzato e diffuso nella società". Quello che Barak Obama non precisa è che con quelle parole, fa netto riferimento alla più recente versione corretta e rivista (potremmo pure dire, stravolta) di quel piano. E con ciò mi riferisco al piano Rohatyn-Rudman e al progetto N.I.C. (National Investment Corporation). Ritroviamo infatti Felix Rohatyn magicamente fra i sostenitori del presidente neo eletto. Ma chi è Felix Rohatyn? Si tratta anche in questo caso di un banchiere, e di un enorme speculatore internazionale, noto e passato alla storia anzitutto per aver foraggiato all’epoca l’orribile regime cileno di Pinochet, con cui il Cile fu “punito” per l’onestà del suo Presidente Allende, autore di fondamentali nazionalizzazioni energetiche. Ma Rohatyn è pure conosciuto, in secondo luogo, e più recentemente, per un episodio nello specifico, tra i molti che lo vedono coinvolto: il fallimento dell’azienda Delphi Corporation, all’epoca leader nel settore della componentistica meccanica. Dagli atti del Tribunale Fallimentare del distretto meridionale di New York risulta che è sua la responsabilità diretta del piano di delocalizzazione della grande impresa della componentistica dell'auto Delphi Corporation, con la conseguente rovina dei posti di lavoro adeguatamente retribuiti e garantiti dai contratti sindacali. Dai documenti risulta che la Rohatyn Associates e la Rothschild Inc., ambedue rappresentate personalmente da Felix Rohatyn, avviarono l'affossamento della Delphi e la sua “globalizzazione tramite fallimento”, come fu definita il 24 aprile del 2005 dal settimanale Business Week e come denunciato dal senatore democratico Lyndon La Rouche, che propose un piano di nazionalizzazione di una parte dell’industria dell’automobile, per salvare i dipendenti e mantenerne vivo il prestigio industriale, in opposizione a quello che definì come il pericolo di un nuovo sinarchismo, proprio attraverso la figura di Felix Rohatyn, con la creazione di nuovi regimi politici fantoccio che in qualche maniera favoriscano l’alta finanza. Ovviamente l’accusa di La Rouche risente anche di un alone fantapolitico chiaramente di parte e probabilmente forzato nella sua interezza generica, ma resta indiscutibile che nella specifica situazione, questo piano di delocalizzazione e chiusura per fallimento della Delphi è un precedente terribile, un caso emblematico a livello internazionale, che ha messo in moto fallimenti e chiusure nel settore dell'auto e in altri comparti industriali. Henry Reichard, il capo della delegazione sindacale recentemente scomparso, lo ha definito “la fine dell'auto” e delle classi medie americane. Assieme a George Schultz (altro finanziere britannico), Rohatyn si è fatto tra l’altro promotore, nella prima metà del 2007, di una campagna per portare il sindaco di New York, l'ebreo americano Michael Bloomberg, alla Casa Bianca, cercando di opporlo ad Hilary Clinton e a La Rouche, che in quel periodo parevano i candidati democratici favoriti per le presidenziali, nonché i più ferrei sostenitori di un ritorno al piano roosveltiano del "forgotten man", letteralmente dei “dimenticati”. Si trattava di una serie di provvedimenti volti a favorire lo sviluppo sociale di quella enorme fetta di popolazione rimasta fuori dai vantaggi dell'industrializzazione ed emarginata rispetto alle sacche di ricchezza. Questo piano di impronta spiccatamente socialista non deve essere piaciuto alla grande finanza, tanto da agitarne i pescecani per fomentare una pressione fortissima sulla scelta delle candidature. Con Bloomberg alla Casa Bianca, indubbiamente gli interessi dei potenti finanzieri sarebbero stati messi al sicuro. Evidentemente però, il crescente distacco dell’elettorato dagli ambienti neo-con e repubblicani in genere, e l’insoddisfazione nei confronti di Bush a causa delle drammatiche guerre prolungate, e dell’enorme crisi economica che ha investito gli Stati Uniti negli ultimi diciotto mesi, costituivano un’arma elettorale dal potenziale enorme per i democratici. Dunque, per questi magnati deve essere stato molto più semplice puntare a piazzare un “proprio” uomo in quel Partito: un uomo che dovesse superare in maniera non certo agile la folta concorrenza. Un uomo che sapesse conquistare in poco tempo la fiducia della gente, in maniera trasversale. Come? Puntando sulla apparente freschezza e novità, puntando sull’originalità, puntanto sulla spettacolarizzazione ancor più esasperata della propaganda. E chi, meglio di un uomo giovane, di colore, affermato avvocato, padre di famiglia, e perfetto emblema di quel mondo globalizzato e livellato verso cui stiamo velocemente andando, poteva raccogliere in sé tutti quei requisiti?

Articolo di Andrea Fais, on line su www.controventopg.splinder.com

Dopo aver letto questo articolo mi sorge una domanda: quindi? cosa dobbiamo temere in concreto?

come minimo un complotto da parte della lobby ebraica , a quanto pare

ma le prove di queste amicizie e connivenze peculiari dove sarebbero?
tendo a credere a questa versione, ma mi sfugge il collegamento.

Sono filoobamiano e me ne vanto

perchè:

- la differenza fra bush e Obama è stessa che passa tra un rettile e un essere umano.

- bush ha incarnato il peggio della cultura americana, nella peggiore delle ipotesi si passerà dal disastro totale, (ed è su questo conclamato disastro che dovrebbero riflettere gli italioti berlusconiani, infatti il berlusca è da sempre stato uno dei più fidi zerbinoalleati del rettiliano, infatti dopo aver fatto niente di meglio che battute pessime che non farebbero ridere nemmeno una gallina solleticosa, ora gliela gufa: "dicono sia il messia, staremo a vedere se sarà all'altezza), ad un disastro magari meno accentuato.
Se invece saprà dare alla sua politica un pizzico della franchezza e della dignità mostrata in campagna elettorale, allora c'è anche la speranza che si possa passare ad una politica decente.

Chi invece pensa che un presidente degli stati uniti possa essere in grado di interpretare in politica interna le istanze di chi crede in uno stato forte, che ponga limiti alla gestione del privato in quelle fasce di mercato che riguardano beni indispensabili (acqua, istruzione, sanità, energia, cibo, lavoro), che possa essere in grado di affrancarsi dalle logiche neoliberiste ormai spianate da decenni di stragi, di morti, di sopraffazioni, di lavaggio del cervello operate ai danni di noi cittadini, che sia in gradi di interpretare logiche umane ispirate a principi keynesiani e socialisti beh...forse è meglio che si metta l'anima in pace, non è certo da quella zona del mondo che potranno mai provenire passi in quella direzione: sarebbe troppo bello...per certe pratiche è più opportuno guardare a cosa fanno un pò più a sud...l'america latina sta dando lezioni di economia antiglobale a tutti noi (lo so che non è tutto oro ciò che luccica...però a livello macroscopico ci sono importanti indicazioni),
la speranza è che Obama riesca ad impedire agli stati uniti la reazione già avviata da anni, proseguita poi in Cile, in Vietnam, in europa, in cina etc....e che si apra al dialogo
In politica estera la speranza è che sia in grado di comprendere la portata degli errori del rettiliano suo predecessore e che possa porre qualche rimedio.
Fatto sta che con Obama si ricomincia a parlare di speranza, ciò che da quasi un decennio rimaneva soffocato da logiche neoimperialiste del tutto coerenti con quelle del pnac: la strada verso il nuovo ordine mondiale era in discesa, adesso non lo è più

bonham ha scritto:

ma le prove di queste amicizie e connivenze peculiari dove sarebbero?
tendo a credere a questa versione, ma mi sfugge il collegamento.

Il suo consigliere in politica estera è Kissinger, l'ideologo della sua politica Brezinsky, il vice è Biden, il segretario di stato Hillary
Più prove di così.

Ripeto: vedremo. A volte penso che gli USA siano una enorme nave, così tanto grande da possedere una tale inerzia da non sentire variazioni da parte del timone.. e non penso che se si cambia il comandante si riesce ad evitare l'iceberg.. ora che la nave ha questa velocità..

Chi vuol capire intenda. Chi vuol intendere capisca. Chi vuole troppo nulla stringe.
Il silenzio su Gaza è stato, almeno per me, imbarazzante. E avvalora la tesi di cui sopra.

degio ha scritto:

Il silenzio su Gaza è stato, almeno per me, imbarazzante.

in effetti

poi , ricordiamo che sempre di presidente degli STATI UNITI si tratta ... perciò tenderà a conservare , implementare , recuperare , il primato della popolo che l'ha eletto. Abbiamo meno di quel che pensiamo da esultare.

io sono fiducioso , perchè dopo Bush il mondo ha bisogno di un'america meno scema ... ma dobbiamo aspettare, necessariamente. Per ora mi preoccupano di più i MIEI governanti , onestamente.

Lestaat ha scritto:

bonham ha scritto:

ma le prove di queste amicizie e connivenze peculiari dove sarebbero?
tendo a credere a questa versione, ma mi sfugge il collegamento.

Il suo consigliere in politica estera è Kissinger, l'ideologo della sua politica Brezinsky, il vice è Biden, il segretario di stato Hillary
Più prove di così.

Certo, meglio di bush potrei essere anche io. Quindi ben venga Obama. Ammetto di non essermi fatto prendere la mano da eccessivi ottimismi, si sa che la politica a quei livelli non può non essere corrotta. Sapevo di Kissinger, ma non credevo che Obama avesse anche legami di questo tipo.
Bah, mi consolo con il fatto che almeno, dopo due cazzo di mandati, si son tolti bush dalle palle. Vedremo cosa succederà d'ora in poi.
Quoto Ful: qui il problema rimane...

Quoto fool.

alè... fatto!

....

M.O./ Funzionari israeliani: "Obama è un vero amico"
Israele resterà un alleato "strategico" degli Stati Uniti

postato 1 ora fa da APCOM

Roma, 21 gen. (Apcom) - Barack Obama è un "vero amico di Israele": a sostenerlo sono i funzionari del governo di Gerusalemme, secondo quanto riporta Ynet, l'edizione online dello Yedioth Ahronoth. I funzionari israeliani ritengono che anche con Obama Israele resterà un alleato "strategico" degli Stati Uniti.

Inoltre, spiega un funzionario, "il nostro vantaggio è la familiarità che abbiamo con molti membri della nuova amministrazione, avendo lavorato con loro per 10-15 anni".



…e se lo dicono loro…

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La stampa israeliana ha dato ampio spazio alla nomina di Rahm Emanuel, figlio di genitori emigrati da Israele negli anni ’60. Il quotidiano Maariv lo ha definito «il nostro uomo alla Casa Bianca», riferendo che il padre di Rahm, Binyamin (oggi pediatra negli Stati Uniti), è stato in gioventù membro dell’Etzel, un gruppo clandestino ebraico ultranazionalista che combattè contro il mandato britannico in Palestina. «Influenzerà il figlio», ha sottolineato Maariv.

degio ha scritto:

Ripeto: vedremo. A volte penso che gli USA siano una enorme nave, così tanto grande da possedere una tale inerzia da non sentire variazioni da parte del timone.. e non penso che se si cambia il comandante si riesce ad evitare l'iceberg.. ora che la nave ha questa velocità..

Chi vuol capire intenda. Chi vuol intendere capisca. Chi vuole troppo nulla stringe.

Il silenzio su Gaza è stato, almeno per me, imbarazzante.
E avvalora la tesi di cui sopra.

Certo, anche per me. Aggiungerei preoccupante:
sul massacro di Gaza un Presidente autorevole, seppur ancora in pectore,
avrebbe dovuto prodigarsi in ben altre esternazioni anzichè limitarsi a dire che era preoccupato
auspicando la pace per tutti.

Staremo a vedere, ma sul fronte della politica estera dagli Usa non mi aspetto sostanziali miglioramenti.

TMask ha scritto:

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La stampa israeliana ha dato ampio spazio alla nomina di Rahm Emanuel, figlio di genitori emigrati da Israele negli anni ’60. Il quotidiano Maariv lo ha definito «il nostro uomo alla Casa Bianca», riferendo che il padre di Rahm, Binyamin (oggi pediatra negli Stati Uniti), è stato in gioventù membro dell’Etzel, un gruppo clandestino ebraico ultranazionalista che combattè contro il mandato britannico in Palestina. «Influenzerà il figlio», ha sottolineato Maariv.

Ma fammi capire, questa sarebbe la giustizia che hai in mente tu invece ? Se il padre di una persona ha fatto delle cose schifose nella sua vita allora il figlio anche se è capace non puo' che essere una merdaccia e non bisogna dargli ruoli di responsabilita' ?

Mah.

Vesanus ha scritto:

TMask ha scritto:

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La stampa israeliana ha dato ampio spazio alla nomina di Rahm Emanuel, figlio di genitori emigrati da Israele negli anni ’60. Il quotidiano Maariv lo ha definito «il nostro uomo alla Casa Bianca», riferendo che il padre di Rahm, Binyamin (oggi pediatra negli Stati Uniti), è stato in gioventù membro dell’Etzel, un gruppo clandestino ebraico ultranazionalista che combattè contro il mandato britannico in Palestina. «Influenzerà il figlio», ha sottolineato Maariv.

Ma fammi capire, questa sarebbe la giustizia che hai in mente tu invece ? Se il padre di una persona ha fatto delle cose schifose nella sua vita allora il figlio anche se è capace non puo' che essere una merdaccia e non bisogna dargli ruoli di responsabilita' ?

Mah.

Lo hanno fatto i Bush me pare...

Eh ma li' che il figlio nn'era capace si sapeva anche se di cognome avesse fatto Washington !

Vesanus ha scritto:

TMask ha scritto:

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La stampa israeliana ha dato ampio spazio alla nomina di Rahm Emanuel, figlio di genitori emigrati da Israele negli anni ’60. Il quotidiano Maariv lo ha definito «il nostro uomo alla Casa Bianca», riferendo che il padre di Rahm, Binyamin (oggi pediatra negli Stati Uniti), è stato in gioventù membro dell’Etzel, un gruppo clandestino ebraico ultranazionalista che combattè contro il mandato britannico in Palestina. «Influenzerà il figlio», ha sottolineato Maariv.

Ma fammi capire, questa sarebbe la giustizia che hai in mente tu invece ? Se il padre di una persona ha fatto delle cose schifose nella sua vita allora il figlio anche se è capace non puo' che essere una merdaccia e non bisogna dargli ruoli di responsabilita' ?

Mah.

No marco, ma mi piacerebbe, ogni tanto, che non siano i figli raccomandati a darsi il cambio al potere. Il padre è un delinquente, quantomeno che il figlio incomincio dalla gavetta a fare il portaborse precario per una ventina d'anni come fanno tutti, invece, chissa perchè, quelle cose tocca farle solo a noi gente comune mentre le famiglie di delinquenti fanno i loro porci comodi.
Daccordo sul non estremizzare, ma almeno usare un po di buonsenso.

Posso anche essere d'accordo sul fatto che alla fine siano sempre i soliti noti e i figli dei soliti noti, ma ti faccio notare che comunque Emanuel va al servizio di uno che non è figlio di nessuno, quindi, nonostante sia d'accordo per il principio, mi sembra che applicarlo in maniera cosi' generale sia una cosa comunque sbagliata.

ciao
marco

Vesanus ha scritto:

Posso anche essere d'accordo sul fatto che alla fine siano sempre i soliti noti e i figli dei soliti noti, ma ti faccio notare che comunque Emanuel va al servizio di uno che non è figlio di nessuno, quindi, nonostante sia d'accordo per il principio, mi sembra che applicarlo in maniera cosi' generale sia una cosa comunque sbagliata.

ciao
marco

Nient'affatto.
Chi è, cosa fa, e quanto è bravo e per chi lavora è del tutto ininfluente.
E' del tutto sbagliato, ingiusto e ingiustificabile il fatto che a qualcuno siano aperte delle porte che per altri sono sbarrate o mortalmente distanti.
A me frega nulla se è una brava persona, prima va a fare lo scribacchino precario come farebbe il figlio dell'operaio/uomocomune Sig.Rossi neolaureato, poi, se è davvero in gamba arriva dove gli pare, siamo daccordo, ma non esiste che uno, perchè ha un cognome pregiudichi la vita di qualcun altro al di la di tutto.
Se poi, come in questo caso, parliamo anche di un cotal padre, se mi permetti, metaforicamente parlando, prima VA IN MINIERA, poi semmai si siede alla scrivania.

PS
Oltretutto non è che stiamo parlando della nomina a capoufficio dello sportello informagiovani di perugia porca vacca, li seduto deciderà della sorte di migliaia se non milioni di persone, che non è un lavoretto così, a cazzo, quindi se mi permetti, specie per posti così importanti mi interessa eccome sapere chi era suo padre e come la pensava, e a seconda di questo valutare MEGLIO il da farsi.
Piersilvio potrebbe, per assurdo, rivelarsi un magnanimo ed illuminato statista, ma, visto che non gli vieto di vivere, ne di essere ricco, ne tanto meno di fare quel cazzo che gli pare della sua vita, correrei volentieri il rischio di non saperlo mai che è un grande, preferisco rischiare scegliendo a caso sull'elenco telefonico quando si parla di cose così importanti piuttosto che trovarmi tra le palle una copia del padre.
Perchè, se non te ne sei accorto, se in quei posti ci sono le persone sbagliate non è che qualcuno protesta e basta, ma si CREPA, si OPPRIME, si CONQUISTA, si BOMBARDA..................................e via dicendo.
No grazie, tuo padre è un fottuto sionista? Allora stai lontanissimo dalla stanza dei bottoni, please, o ti metto le mani addosso.

Lestaat ha scritto:

Se poi, come in questo caso, parliamo anche di un cotal padre, se mi permetti, metaforicamente parlando, prima VA IN MINIERA, poi semmai si siede alla scrivania.

Ecco, questa parte proprio non ha senso. Mi suona facilmente vendicativa (sulla persona sbagliata) e non offre nessuna soluzione.
Ma tanto che vediamo il mondo con occhiali diversi penso che entrambi l'abbiamo capito !

Va bene marco, come vuoi tu.
Buonismo fino al voltastomaco e il figlio di uno stramaledetto sionista nella stanza dei bottoni.
Poi, se fa esattamente quello che ci si aspetta che faccia, vai a manifestare per la palestina così ti lavi la coscienza, mi raccomando.

Ma ti pare il caso di trattare queste cose come se fossero le nomine alitalia o il posto di capufficio alla coop?
Ma suvvia....andiamo.......

Li ci voglio una persone integerrima, insospettabile e di cui so PER CERTO che è capace e saggio, altrimenti, te lo ripeto, preferisco prendere un pirla a caso sull'elenco, e possibilmente con un 740 con meno di 6 cifre sopra, che cazzo.

Quanto alle nostre differenze è vero che sono evidenti, ma non sono gli occhiali, è che tu sei un borghese, io un proletario.